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Saviano accende l’Italia anti Berlusconi dicendo: “Non siamo complici, è tempo di sognare”

Novemila persone hanno scandito la parola 'dimissioni' prima dell'inizio della manifestazione organizzata da Libertà. standin ovation per Roberto Saviano: "L'Italia oggi non è un paese libero - ha detto lo scrittore - Sia chiaro: non sto dicendo che la situazione italiana sia in qualche mondo comparabile con i totalitarismi del passato. Niente a che vedere con fascismo o comunismo, è ovvio. Ma ciò non ci deve impedire di dire che oggi chiunque attacchi il governo sa che subirà  un'intimidazione, una forma di ritorsione".

"Sa che potrebbe essere colpito, lui, o i suoi cari, da una qualche veline infamante che cercherà di sporcarlo davanti all'opinione pubblica".

"La libertà - è la convinzione di Saviano - non può esistere solo come costruzione
astratta o peggio come principio". E allora, "questo è il momento non dico dell'unità, ma almeno delle affinita'. la purezza non serve più. Ricordo quel che diceva don Milani: 'A cosa sara' servito avere le mani pulite se le abbiamo tenute in tasca?'. Sporcarsi le mani non ha nelle parole del parroco della scuola di Barbiana nessun significato di corruzione, è ovvio: vuol dire la necessità di fare, anche sbagliando, di realizzare cose che possano essere difficili, ma utili. Unirsi nelle diversità è cosa complicata ma ormai imperativa. Certi che da questa unità verrà del bene per tutti".

La rivoluzione di Monicelli "Monicelli poco prima di morire auspicava una rivoluzione. Oggi la parola rivoluzione in me non evoca banchetti di sangue ne' vendette, né palazzi d'inverno né moncada. Ancor meno fucilazioni e 'uomini nuovi'. E' invece la parola che mi fa tornare alla mente la lezione di Piero Gobetti: oggi ho la sensazione che sia rivoluzionario non considerare gli elettori di un'area avversa come perduti. Che sia rivoluzionario sentirci tutti partecipi di uno stesso paese ed un unico destino. O si riparte da questo o non saprei proprio il motivo di impegnarci, intervenire, 'sporcarsi le mani' ".

"Sento di poter scrivere queste parole - ha aggiunto Saviano- proprio perché vengo da una terra dove la legalità significa vita e liberta' in maniera forse piu' chiara che
qui a milano. e perche' non appartengo alla generazione che ha creduto nel socialismo reale. Non ho amato i rivoluzionari tramutati in dittatori. Non ho creduto in sogni di società perfette divenuti inferni in terra. Appartengo alla generazione che ha visto i caduti della sua resistenza morire per costruire un paese dove le opportunita', il talento, il diritto, fossero cose reali. Gianni Falcone, Rocco Chinnici,
Rosario Livatino, Carlo Alberto Dalla Chiesa non muoiono mentre stanno portando avanti la loro professione di magistrati a difesa del diritto e perseguendo i reati.
Almeno, non solo per questo. Fanno molto di piu"'.

"In questa battaglia la mia generazione è cresciuta. In un paese dove lo stato non era un monolite tutto corrotto o tutto rivolto al bene. Ma dove una parte di stato corrotto era affrontato quotidianamente dall'altra parte dello Stato. vivere costruendo le possibilita' di essere felici e' una necessità dell'uomo, l'unica alternativa ad una rassegnata, cupa disperazione: un sogno -a giudizio di Saviano- che non può non farti combattere con tutto te stesso contro l'impossibilita' di far affermare il merito, l'impegno, il talento. L'ingiustizia è di questo mondo. Ma sono di questo mondo anche gli strumenti per affrontarla. In questa fase in italia non sembra possibile. Il governo e l'area culturale che lo sostiene non si difende mai dalle accuse - cosi' evidenti, cosi' manifeste - dicendo: non si fanno certe cose. ma sostenendo l'autoassolutoria tesi del 'cosi' fan tutti'. L'accusa maggiore a chi chiede un paese diverso e' l'accusa di essere un ipocrita: 'Berlusconi fa quel che tutti fanno o vorrebbero fare'.

Non è vero, non è cosi', dobbiamo ribellarci al ritratto di un paese piegato e corrotto, accomunato in una specie di complicità collettiva. C'è un'italia che ha il diritto e il dovere di venire alla luce e di prendere voce: un'italia che crede
nelle regole, nella legalita', che crede che non sia normale avere un premier che, preda di una senile ossessione sessuale, paga le minorenni, mente allo stato per proteggerle e sfugge ai magistrati".

"Sento che è il tempo per tornare a sognare. Non sembri scontato e retorico e anche se lo fosse ben venga. Ma sognare un paese diverso - ha affermato Saviano- non puo' che essere il carburante vivo e persino divertente del tentativo di cambiare le cose. di cercare una felicita' possibile. Una felicità semplice, fatta di un lavoro dignitoso, della possibilita' dell'individuo di provare quanto vale. Di ricevere quanto merita. non e' il sogno di un paradiso inesistente ma di un luogo un po' diverso, dove l'ingiustizia, il favore, la raccomandazione del potente di turno per ottenere un lavoro o addirittura un posto in consiglio regionale o in parlamento, non esistano piu'. I valori che ci fanno in questo momento stare insieme sono sepolti con l'urgenza di identificare cio' che non siamo ciò che non vogliamo. ora e' il tempo di dire anche cio' che siamo e ciò che vogliamo".

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