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Cominciata la riffa sulle foto senza veli di B. Avvocati e agenzie pronti a vendere lo scoop.

Sarebbe in corso la caccia sfrenata da parte dei dipendenti del premier alle presunte foto compromettenti,  moralmente, giuridicamente si vedrà, che ritrarrebbero  il principe delle notti di "hardArcore" un po' 'biot' o del tutto nudo contornato da ragazzine adoranti (il suo portafoglio e amanti del bancomat del 'ragionat' del Berlusca.

Infatti, da ieri girano le voci, ed oggi ne parla ampiamente "Il Fatto Quotidiano" dove si legge che le foto del bunga-bunga ci sono, sono sul mercato e valgono tantissimo. In almeno una di queste, Silvio Berlusconi è ritratto senza vestiti e circondato da alcune ragazze.
Il presidente del Consiglio sa dell'esistenza di queste immagini e trema. È terrorizzato dalla possibilità che questi scatti decisamente compromettenti siano pubblicati. Teme quasi di più le immagini che circolano, incontrollate, che non il processo.

Le foto – si legge ancora nell'articolo dei bravi redattori del quotidiano - sono state scattate, in più occasioni, nelle residenze del presidente del Consiglio dai cellulari delle sue tante ospiti. In queste ore sono in corso trattative fra agenzie specializzate e alcuni settimanali per aggiudicarsi lo scoop che è forse destinato a cambiare la storia politica del Paese.

Un primo tentativo di piazzare sul mercato le foto c'è stato recentemente, ma è fallito. Qualcuno si è presentato presso un'agenzia del settore per vendere pochi scatti, ma eloquenti, pretendendo oltre un milione di euro. Era un intermediario che agiva per conto di una delle tantissime "papi girl" entrate in questi anni nelle residenze del premier. In una delle foto che intendeva piazzare, Berlusconi appare senza vestiti, circondato da alcune ragazze, in un momento in cui non ci sono atti sessuali espliciti. In altre foto che circolano in una sorta di asta sotterranea, il presidente del Consiglio è in compagnia anche di giovanissime.

Comunque, altro che tranquilli dopocena con karaoke e bibite analcoliche. Altro che cene innocenti. Con un termine un po' all'antica, si può dire che nelle foto in circolazione sono ritratti festini "a luci rosse".

Le foto confermerebbero i racconti che alcune testimoni fanno nelle intercettazioni e nelle deposizioni davanti ai magistrati di Milano. T.M, amica di Nicole Minetti, fa una descrizione delle cene di Arcore lontana anni luce da quella fornita da Berlusconi e dalle indagini difensive di Niccolò Ghedini.

"Sembra di stare al Bagaglino ma è peggio. Un puttanaio. Con Berlusconi che toccava i culi alle ragazze. Ora se quelle cose le fai in camera da letto, sono affari tuoi, ma così, davanti a tutti! Mi chiedo, il giorno dopo, come faccia a lavorare".

Un'altra testimone, la danzatrice del ventre Maria Makdoum, racconta: "Quando la cena è terminata, il presidente più o meno testualmente disse: 'E ora facciamo il bunga-bunga'. Scendemmo quindi in una sala non molto grande, che né più e né meno rappresentava una piccola discoteca, in mezzo c'era il palo della lapdance… e le due gemelle De Vivo, che erano in pratica in mutande e reggiseno, hanno cominciato a ballare in maniera hard, avvicinandosi al presidente, che le toccava e le ragazze toccavano il presidente nelle parti intime, e si avvicinavano anche a Emilio Fede, che analogamente le toccava il seno, altre parti intime".

I festini sono stati organizzati per il presidente-sultano senza alcuna misura di sicurezza. Bastava arrivare al seguito di Lele Mora o di Emilio Fede e si entrava a casa Berlusconi senza alcun controllo. Nelle borsette, i cellulari che già in diversi casi si sono rivelati un'arma di ricatto.

Che alcune delle ospiti abbiano emulato la escort Patrizia D'Addario, che documentò con registrazioni i suoi incontri sessuali con Berlusconi, lo si evince anche da una conversazione registrata di Emilio Fede, che confida a Nicole Minetti di aver pagato 10 mila euro a una ragazza (di cui non fa il nome) per far sparire scatti ripresi da un telefonino, durante un festino ad Arcore. L'episodio è documentato da un'intercettazione contenuta nell'invito a comparire per Berlusconi.Emilio Fede: "Io l'altroieri gli ho dato di tasca mia, senza farlo risultare a lui, diecimila euro! Va bene? Pe… perché aveva delle fotografie scattate col telefonino". Minetti: "Ma di quelle che c'erano ieri sera?". Fede: "No no! Però ti posso dire… siccome io poi so tutto, perché anche… qualcuna che viene con me, va bene?".

Fuori dal palazzo di giustizia continua dunque il mercato di foto che potrebbero sgretolare, forse per sempre, l'immagine di Silvio Berlusconi. Dentro il palazzo, intanto, persino il procuratore Edmondo Bruti Liberati, assediato dalle domande dei cronisti, ha dovuto ammettere che alcuni scatti sono contenuti anche nelle carte processuali. Sostiene però che sarebbero ininfluenti: "Le foto che abbiamo visto al momento sono assolutamente irrilevanti ai fini dell'inchiesta". Dichiarazione comprensibile. Il procuratore dice "al momento", senza impegnarsi per il futuro. E poi sembra riferirsi all'irrilevanza penale: anche foto in cui Berlusconi apparisse in situazioni imbarazzanti, ma con maggiorenni consenzienti, non sarebbero per lui prova di reato. Altro è però l'impatto mediatico e politico che queste immagini potrebbero avere.

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