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Le rivelazioni del pentito Spatuzza: ottenuto tutto grazie a Berlusconi

 In un incontro che si svolse in un bar di Roma, prima della tentata strage dell'Olimpico, Giuseppe Graviano disse a Gaspare Spatuzza che "avevamo ottenuto tutto quello che cercavamo" grazie alla "serieta"' di chi "aveva portato avanti questa cosa" e fece il nome di Silvio Berlusconi e di Marcello dell'Utri. Lo ha ribadito Gaspare Spatuzza, il 'dichiarante' sentito oggi nell'aula bunker di Firenze.

Graviano era "felice", ha detto Spatuzza. Nel bar, ha aggiunto, "mi comunica che avevamo ottenuto tutto quello che cercavamo e questo grazie alla serieta' di quelle persone che avevano portato avanti questa cosa, e che non erano come quei quattro socialisti, facendomi il nome di queste persone che avevano portato avanti questa cosa. Mi menziona nello specifico la persona di Berlusconi. Chiesi se era la persona di Canale 5 e lui me lo conferma e mi dice che c'era di mezzo anche la persona di un compaesano, Marcello Dell'utri".

Graviano, al bar Doney, disse, ha ribadito Spatuzza, che "ci eravamo messi il paese nelle mani", "grazie a queste persone", cioe' "Berlusconi e Dell'Utri", ma che
l'attentato dell'Olimpico andava fatto per "dare il colpo di grazia.

 Francesco Tagliavia, dopo l'attentato di Firenze, avrebbe mandato a dire a Giuseppe Graviano di fermare le stragi. Lo ha riferito stamane a Firenze il pentito Gaspare Spatuzza nella sua deposizione al processo sulle stragi del '93.

Dopo l'attentato in via dei Georgofili a Firenze, "ci sono in atto dei doppi attentati - ha raccontato Spatuzza -, a Roma e a Milano. Me lo comunico' Lo Nigro. E qui iniziano i preparativi, macinatura e quant'altro. In questa fase, Lo Nigro mi comunica che Tagliavia vuole un incontro che avviene durante un'udienza nel tribunale di Palermo, nel quale siamo entrati da un ingresso secondario. Noto Francesco Tagliavia sul banco degli imputati, quando siamo entrati ha guardato noi e ci siamo salutati. Qui avviene il colloquio tra Tagliavia e Lo Nigro.

Tagliavia mi manda un bacio a distanza muovendo il polso 'a martello': e' un gesto in codice, e' un bacio diretto a Giuseppe Graviano, che da bambino era soprannominato 'martello'.

Tagliavia in quel modo voleva far sapere a 'madre natura', altro soprannome di Giuseppe Graviano come boss, di bloccare tutta la fase dei Bingo, cioe' come chiamavamo gli attentati". "Io non me l'aspettavo - aggiunge Spatuzza - e non sono a conoscenza di come pervenne questo messaggio  a Graviano. Per quanto mi
riguarda, la questione stragista ando' avanti".