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Il cavaliere condivide le sagge parole del capo dello Stato e vuole ora con una scossa all’economia.

Interrompere l'insostenibile spirale di contrapposizioni: il cavaliere in un raro momento di serenità mentale, ma forse consigliato dall’ex vero comunista Giuliano Ferrara, che di rispetto a Napolitano ne ha sempre avuto tanto e che ultimamente pare sia nuovamente rientrato nelle grazie del premier (magari lo ha coperto d’oro come avrebbe promesso di fare a Ruby se avesse tenuto la bocca chiusa) dispensa tanti pareri al ‘re mida’ per ‘giovin fanciulle’ (giovin perché la più anziana aveva 50 meno di lui) delle notti milanesi che ieri sera, in una comparizione nel suo telegiornale di Ra1, dove rimane asserragliato il suo uomo di fiducia nonché dipendente di primo piano che invece di dirigere il Tg, esegue pedissequamente gli ordini che minuto per minuto gli vengono notificati, si appropria indegnamente e testualmente delle parole di Giorgio Napolitano, pronunciate ieri a Bergamo, affrettandosi a sottoscriverle a nome di tutto il governo l'appello lanciato dal presidente della Repubblica ad abbassare i toni dello scontro politico. Una strategia, quella del presidente del Consiglio, in cui vanno inquadrate una serie di decisioni tutte 'low profile'.

A partire dalla rinuncia alla manifestazione del Pdl in programma per il prossimo 13 febbraio. Alla bufera giudiziaria scatenata dall'inchiesta milanese, il premier risponde provando a spostare l'attenzione su altro, come il rilancio dell'azione di governo a partire dall'economia. "Serve una scossa" mette in chiaro il Cavaliere annunciando, dopo un lungo in contro con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, un pacchetto di misure economiche per il prossimo consiglio dei ministri in programma la settimana ventura.

Un annuncio contenuto anche nella nota di plauso al Colle in cui Berlusconi invita "tutte le forze politiche" a condividere le parole del presidente della Repubblica: "Questo non toglie nulla alla libertà e alla serietà del conflitto politico - sottolinea - ma restituisce al paese la capacità, offuscata da comportamenti extra o anti istituzionali". Al momento dunque la scelta è quella di accantonare l'attacco frontale a quella parte di magistratura 'politicizzata'. "Resto, nonostante gli attacchi inauditi. Sono sereno e vado avanti", dice in un passaggio di un'intervista al Tg1 interamente dedicata all'economia.

Certo, è la previsione che fanno diversi fedelissimi del premier, non è escluso che la strategia possa cambiare di nuovo di fronte alla possibilità che dall'inchiesta milanese spuntino nuove carte sul premier (voce che circola da giorni anche a palazzo Grazioli). Questo, è il ragionamento, porterebbe Berlusconi a rompere di nuovo gli argini ed ad alzare di nuovo il livello dello scontro.

"Io non ho nessun timore di questi processi perché le accuse non sono solo infondate ma addirittura ridicole" aveva ribadito nella notte al termine di una festa di compleanno di una deputata del Pdl. Nessuna retromarcia anche se in caso di "impossibilità a governare" l'unica soluzione resta quella delle elezioni. Per ora la linea che prevale è quella delle colombe: ritrovare armonia con il Quirinale mettendo subito in atto quanto auspicato dal Capo dello Stato.

Ecco perché nella nota a commento delle parole di Napolitano il Cavaliere non esita ad ammettere "errori di tutte le parti in causa". Di maggioranza e governo poi il premier ne parlerà domani sera in una cena con tutto il gruppo dei responsabili. Già nella giornata di oggi Berlusconi ha avuto diversi colloqui a palazzo Grazioli. Nelle varie riunioni si sarebbe discusso di possibili nuovi arrivi ma anche delle caselle vuote al governo anche se i tempi per l'allargamento della squadra di governo non sono così rapidi. Capitolo a parte è invece il faccia a faccia con Giulio Tremonti.

Un'ora di colloquio per mettere a punto il pacchetto di misure da portare martedì in Cdm a partire dal piano Casa, e quello per il Sud. Un incontro 'formale' in cui Berlusconi avrebbe incassato la disponibilità del titolare del Tesoro a studiare misure per il rilancio dell'Economia a patto che a prevalere sia sempre la linea del rigore dei conti. E come annunciato già nella lettera al Corriere Sera, nella mente del Cavaliere nel piano per l'economia una parte fondamentale è la modifica all'articolo 41 della Costituzione per mettere fine a quel "medioevo burocratico che è intorno alle imprese" con l'obiettivo di "abbattere il muro e creare una vera rivoluzione liberale".

Il tono sale quando il Cavaliere punta il dito contro l'opposizione colpevole di voler tassare gli italiani con "la patrimoniale. Se ciò avvenisse - avverte il capo del governo - sarebbe un esproprio. Lavoreremo perché ciò non avvenga".