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Piano Casa: no al 55% e 36% di detrazione – Presidente Murgianu: “Interpretazione restrittiva che non favorisce lo sviluppo e l’incremento dell’attività edilizia”.

Il Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu, dopo il chiarimento dell'Agenzia delle Entrate sulle detrazioni fiscali legate al "Piano casa", ha dichiarato: "Purtroppo non potrà esserci nessuna detrazione fiscale del 36% sulle ristrutturazioni edilizie e del 55% sulle riqualificazioni energetiche degli edifici per interventi di ampliamento eseguiti in attuazione del Piano Casa".

 

L'Ente ha infatti chiarito che, con riguardo agli interventi di ristrutturazione edilizia ammessi al beneficio delle detrazioni fiscali del 36 e 55 per cento, nell'ipotesi di ristrutturazione con demolizione e ricostruzione, la detrazione compete solo in caso di fedele ricostruzione, nel rispetto di volumetria e sagoma dell'edificio preesistente; conseguentemente, nell'ipotesi di demolizione e ricostruzione con ampliamento, la detrazione non spetta in quanto l'intervento si considera, nel suo complesso, una "nuova costruzione". Qualora, invece, la ristrutturazione avvenga senza demolizione dell’edificio esistente e con ampliamento dello stesso, la detrazione compete solo per le spese riferibili alla parte esistente in quanto l’ampliamento configura, comunque, una "nuova costruzione".

 

Il "Piano Casa" consiste in un sistema di norme che consente di effettuare ampliamenti o ricostruzioni di edifici sulla base di leggi regionali, in deroga ai piani regolatori locali. In particolare, è previsto che i Comuni concedano permessi per ampliare edifici abitativi esistenti fino al 20% del loro volume o della superficie coperta.

 

Inoltre, è prevista la possibilità di abbattere e ricostruire - anche in zona differente - edifici antecedenti al 1989 che necessitino di essere adeguati agli standard qualitativi, energetici e di sicurezza, purché non soggetti a particolari vincoli. In tal caso, la ricostruzione potrà essere autorizzata con un aumento dei volumi del 30%, elevabile sino al 35, se la stessa avviene con tecniche di bioedilizia o che prevedano l’installazione di impianti ad energie rinnovabili.

 

"Seppur giuridicamente ineccepibile - ha aggiunto in conclusione Murgianu - la risoluzione dell'Agenzia fornisce un'interpretazione fortemente restrittiva della norma che non favorisce lo sviluppo e l'incremento dell'attività edilizia, contrariamente a quanto previsto tra gli obiettivi del Piano Casa". Com.