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Egitto in fiamme e sarebbe stato fermato El Baradei

Ripetuti colpi di arma da fuoco avvertiti nel centro del Cairo, dopo l'inizio del coprifuoco, alle 18 locali (le 17 ora italiana). Lo hanno riferito testimoni. Un lungo corteo di manifestanti è riuscito a penetrare nel centro della città costringendo la polizia ad arretrare. 

I manifestanti hanno preso il controllo della centrale Piazza Tahrir, da dove la polizia si e' ritirata, mentre l'esercito e' entrato in citta' con mezzi armati e blindati. 

Il centro del Cairo è in fiamme, mentre la folla marcia e lancia i suoi slogan antigovernativi sfidando il coprifuoco.

I manifestanti hanno appiccato un incendio al palazzo sede della provincia di Alessandria d'Egitto, nel centro della citta'. Almeno 4 blindati dell'esercito egiziano sono stati schierati attorno all'edificio della tv di stato egiziana nel centro del Cairo. Lo ha detto un alto ufficiale della polizia in servizio nel viale Kasr El Aini.

E' andata a fuoco la sede del Partito Nazionale democratico di Hosni Mubarak al Cairo. Lo mostrano le immagini in diretta della televisione satellitare Al Jazira.

Le autorità egiziane hanno annunciato che e' stato decretato il coprifuoco nelle citta' del Cairo, di Alessandria e di Suez. Lo ha reso noto la tv di stato egiziana. Sempre l'emittente di stato ha precisato che l'esercito sta aiutando la polizia nella repressione delle manifestazioni.

Almeno due morti al Cairo e uno a Suez. Sarebbero queste per ora le vittime degli scontri che stanno avvenendo in molte città egiziane in quello che era stato annunciato come il "venerdì della collera" contro il governo. La notizia dei due morti nella capitale egiziana è stata confermata da fonti della sicurezza mentre la vittima negli scontri di Suez è denunciata da parte dei manifestanti, che in quella città avrebbero preso il controllo delle vie del centro, così come sarebbe accaduto poi ad Alessandria.

Quanto alla sorte del leader dell'opposizione laica Mohamed el Baradei, ex direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, in questo momento secondo fonti della sicurezza egiziana si troverebbe agli arresti domiciliari, dopo aver partecipato alla preghiera nel quartiere di Giza. Secondo al-Jazeera, la polizia oltre all'ex direttore dell'Aiea ha bloccato anche Osama al-Ghazali, presidente del Fronte democratico, impedendo loro di muoversi e di partecipare alla protesta.

Cortei e manifestazioni contro il presidente Hosni Mubarak si succedono in tutto il paese e in particolare al Cairo, dove durante tutto il giorno ci sono stati scontri in diverse parti della città tra manifestanti e forze di polizia. Per disperdere la folla gli agenti hanno usato idranti, proiettili in gomma e gas lacrimogeni. Durante i disordini quattro giornalisti francesi sono stati fermati per circa un ora dalla polizia e poi rilasciati. Anche ad Alessandria la polizia ha sparato lacrimogeni e pallottole di gomma per disperdere i manifestanti davanti alla moschea el Kaid Ibrahim, ma stando a quanto riportato dalla tv satellitare al Arabiya nella città portuale durante gli scontri alcuni poliziotti avrebbero lasciato caschi e manganelli e si sarebbero uniti ai manifestanti.

Sono 400 i manifestanti arrestati oggi dalle forze dell'ordine solo al Cairo. Lo riferiscono fonti della sicurezza. Gli scontri sono avvenuti in piazza Abdul Munim Riad, vicino alla centralissima piazza Tahrir su ci si affaccia il Museo Egizio che è stata completamente chiusa. 

Quello che si sta verificando in Egitto è il primo black-out globale di Internet e della telefonia cellulare mai registrato finora in un Paese. A tempo debito le autorità egiziane hanno assicurato che chiariranno meglio l'evolversi della situazione. 

Il segretario di stato Hillary Clinton da Washington durante una conferenza stampa è intervenuta sulla crisi dell'Egitto: "Ci ha deluso la violenza usata dalla polizia contro i manifestanti e chiediamo al governo egiziano di fare tutto ciò che è in suo potere per limitare le violenze: Allo stesso tempo - ha aggiunto il segretario di stato americano - i manifestanti dovrebbero astenersi dalle violenze ed esprimersi in modo pacifico". Queste le parole della Clinton.

Parlando da Davos, in Svizzera, dove si trova per il World economic forum, il segretario generale delle Nazione Unite Ban Ki Moon ha fatto un appello a "cittadini e leader" affinché garantiscano "che la situazione in Egitto, non porti a ulteriore violenza".

E sul black-out informativo che si starebbe verificando nel paese nordafricano, il segretario generale ha ribadito come "in Egitto la libertà di espressione deve essere totalmente rispettata". Oggi invece le connessioni internet sarebbero bloccate in tutto il Paese, così come le comunicazioni voce e via sms dei telefoni cellulari.

In precedenza peraltro si erano già registrate frequenti disfunzioni per la messaggistica via cellulare, ed erano divenuti non più accessibili agli utenti i principali social network e altri siti on-line, con l'evidente intento di impedire il passaparola su Internet che nei giorni scorsi aveva permesso ai contestatori del regime di meglio organizzare le manifestazioni di protesta.

Vari morti e feriti nelle proteste al Cairo

Una donna sarebbe morta nel corso delle proteste in corso nella centrale Piazza Tahrir, al Cairo. Lo scrive il sito del Guardian, citando testimoni. Poco prima la tv satellitare al-Jazeera parlava di un altro morto e di diversi feriti negli scontri in corso in Piazza Abdel Muniam Riad, a pochi passi da Piazza Tahrir. 

Gli scontri sono avvenuti in piazza Abdul Munim Riad, vicino alla centralissima piazza Tahrir su ci si affaccia il Museo Egizio che è stata completamente chiusa. 

Quello che si sta verificando in Egitto è il primo black-out globale di Internet e della telefonia cellulare mai registrato finora in un Paese. A tempo debito le autorità egiziane hanno assicurato che chiariranno meglio l'evolversi della situazione. 

In precedenza peraltro si erano già registrate frequenti disfunzioni per la messaggistica via cellulare, ed erano divenuti non più accessibili agli utenti i principali social network e altri siti on-line, con l'evidente intento di impedire il passaparola su Internet che nei giorni scorsi aveva permesso ai contestatori del regime di meglio organizzare le manifestazioni di protesta.

Con un crescendo che di ora in ora si fa più rapido le manifestazioni contro il regime di Mubarak si stanno estendendo in tutta la capitale egiziana. Secondo al Jazeera, la polizia egiziana ha fermato il leader dell'opposizione Mohammed El Baradei e altri capi dei partiti di opposizione impedendo loro di partecipare alla manifestazione in corso a Giza.

Secondo al-Jazeera, la polizia oltre all'ex direttore dell'Aiea ha bloccato anche Osama al-Ghazali, presidente del Fronte democratico, impedendo loro di muoversi e di partecipare alla protesta.

Il leader dell'opposizione laica in Egitto El Baradei, è stato bloccato dalla polizia nei pressi della moschea dove aveva appena partecipato alla preghiera del venerdì: al Jazira ha precisato che comunque gli agenti hanno proibito a El Baradei, rientrato ieri in patra, di allontanarsi dalla zona, il popolare quartiere di Giza dove nel frattempo erano divampati nuovo disordini. Al contempo, una vasta folla si è radunata nei pressi di uno dei palazzi presidenziali della capitale egiziana, reclamando a gran vioce la fine del regime di Hosni Mubarak.

Persino davanti alla moschea di al-Azhar, cuore dell'Islam sunnita, si sono verificate cariche della polizia contro i manifestanti, che hanno reagito con lanci di pietre e immondizia agli idranti, ai lacrimogeni e ai proiettili rivestiti in gomma utilizzati dalle forze speciali per disperderli. 

Sempre secondo al Jazira contri sono in corso nel quartiere di Giza, tra polizia e sostenitori dell'ex direttore generale dell'Aiea, El Baradei.

Quattro giornalisti francesi che stavano seguendo le proteste al Cairo prima fermati dalla polizia sono stati rilasciati. 

Secondo quanto riferito da una fonte diplomatica, i fermati sono un giornalista di Le Figaro e un collega del Journal du Dimanche, un reporter dell'agenzia fotografica Sipa e un freelance che collabora con il magazine Paris Match.

Inoltre, un giornalista di al Jazira, secondo quanto riferito dall'emittente, è stato picchiato da agenti in borghese delle forze di sicurezza e un reporter della Bbc
sarebbe rimasto ferito.

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