La relazione di apertura dell'anno giudiziario in piazza Cavour rispetta la tradizione degli ultimi anni, non foss'altro perché nel frattempo nessuno dei grandi problemi della galassia giustizia è stato risolto. Il procuratore generale della Cassazione
Vitaliano Esposito così denuncia senza giri di parole: "E'oramai sotto gli occhi di tutti come al situazione quasi fallimentare della giustizia e dei suoi tempi si stia trasformando in una situazione che si può definire quasi di insolvenza per lo Stato".
Il pg denuncia come a causa della eccessiva durata dei processi "non siamo piu' in grado neanche di pagare gli indennizzi dovuti per la violazione dei canoni di un giusto e celere processo. E ciò ha portato di recente la Corte di Strasburgo a parlare, senza mezzi termini, di defaillance dello Stato italiano, tale da minacciare
perfino i meccanismi di applicazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali".
Altro capitolo all'insegna della tradizione, quello relativo all'esubenza mediatica di aclune Procure. I magistrati italiani hanno il dovere del 'riserbo' al quale "non sempre si attengono - dice Esposito - senza rendersi probabilmente conto che una notizia o un giudizio da loro riferita o espresso, data la funzione svolta, assumono una rilevanza del tutto diversa da quelli provenienti dalla generalità dei cittadini".
Negli uffici giudiziari "già da alcuni anni serpeggia un tangibile malcontento derivante dalla mancata riqualificazione e progressione di carriera del personale che nuoce alla serenità del lavoro".
Per quanto riguarda le risorse strumentali e la disponibilità di attrezzatura informatica, Esposito afferma che nella gran parte "gli uffici hanno una buona dotazione di computer, stampanti e scanner sicché i processi di informatizzazione gia' avviati da alcuni anni hanno raggiunti in molti casi ragguardevoli risultati nel segno della continuita' e della maggiore efficienza dei servizi".