Il progetto di legge sulla riforma sanitaria al momento è fermo. Lo ha dichiarato ieri il presidente della commissione Sanità, Felicetto Contu (Udc), rispondendo alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil che chiedevano indicazioni sullo stato della riforma del sistema sanitario. Oriana Putzolu (Cisl), ha raccontato di un incontro senza esito, avvenuto una settimana fa, con l’assessore alla Sanità, Antonangelo Liori, per conoscere, non dai giornali ma direttamente da lui, gli intendimenti e gli obiettivi della riforma sanitaria, e ha quindi domandato alla commissione indicazioni su “sacrifici e tagli” previsti. Marinora Di Biase (Cgil) si è detta sconfortata dall’affermazione del presidente. Di Biase ha precisato che pur comprendendo le difficoltà nell’affrontare una materia complessa, la riforma è in realtà ferma per, lo definisco eufemisticamente, un dialogo interno alla maggioranza. La responsabile Pubblico impiego della Cgil sarda ha espresso la sua preoccupazione per il rallentamento della politica sanitaria del centro destra, che prosegue da quasi un anno avvalendosi di provvedimenti senza un chiaro disegno, che abbiamo contestato perché ci paiono sconnessi. Anche Terenzio Calledda della Uil si è detto preoccupato, e ha dichiarato di condividere le posizioni espresse dalle colleghe.
Secondo Marco Espa (Pd) l’amministrazione regionale scarica le sue responsabilità sulla commissione, che però non può sostituirsi all’assessore”. Gianvittorio Campus (Pdl) ha precisato che il progetto di legge depositato in commissione è il risultato di un testo congiunto, per cui i sindacati furono a suo tempo ascoltati e che spetterà all’Aula stabilire l’aspetto della sanità sarda. In merito alla dialettica interna alla maggioranza - ha sostenuto - non significa che siamo fermi. La materia è complessa per le ricadute sociali ed economiche che avrà, per questo la dialettica si sta prolungando”. Pier Luigi Caria (Pd) ha voluto sottolineare che il testo in commissione è stato elaborato da un comitato ristretto della maggioranza. È giusto affermare - ha continuato - che in commissione siamo fermi. In Giunta non lo so, ma come opposizione noi abbiamo sempre garantito il numero legale perché si potessero continuare i lavori. E ha poi ricordato che “l’unico denominatore comune con la maggioranza è che siamo propensi entrambi a una razionalizzazione della spesa, ma le nostre proposte sono altre. Roberto Capelli (Gruppo Misto) ha dichiarato di schierarsi tra coloro che non sono assolutamente d’accordo con questa riforma. Al momento dato, non ci sarà nessuna riforma se non si troverà un’unità d’intenti, una piena concertazione, non solo con i sindacati ma con tutte le forze sociali. Pertanto, ritengo che la commissione, prima che con i sindacati, sia chiamata ad avere un confronto con la Giunta e l’assessore. Altrimenti, ognuno di noi riporterà il proprio intendimento. Secondo Giorgio Locci (Pdl) “in questa fase i sindacati possono interloquire con l’assessore sul riordino della rete ospedaliera. Il presidente Contu ha voluto precisare che “in realtà non è vero che la commissione non ha lavorato. Si è consultata - ha spiegato - con le forze sociali facendo decine di audizioni. L’articolo 1 è già stato approvato, ma è sull’art. 2 (separazione di molti ospedali dalle Asl) che la maggioranza in commissione non ha trovato unità. Ho preferito non forzare una decisione perché vorrei fosse una riforma condivisa tra le forze politiche. I problemi - ha ribadito Contu - derivano solo dalla maggioranza, ma ci impegniamo perché entro il 30 di marzo la commissione licenzi il testo da presentare in Aula. Siamo in difetto, non ho difficoltà ad ammetterlo, e siamo in ritardo, ma a volte la fretta fa i gattini ciechi.