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Nadia Macrì interrogata in un luogo segreto.

Nadia Macri' nuovamente davanti ai pm della procura di Milano, che la interrogano questa volta in un luogo segreto, per portare "nuove prove" che confermerebbero i suoi racconti sui soldi e sui regali che avrebbe ricevuto dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi dopo avere fatto sesso con lui. Lo sostiene, in una telefonata all'Ansa, Francesco Cagliari, l'erede dell'omonima impresa di torrefazione che da qualche settimana ospita a Modena l'ex escort.

L'uomo, che afferma di essere il nuovo fidanzato di Nadia Macrì, sabato aveva detto il contrario di quello che avrebbe sostenuto Berlusconi, ovvero che  la donna era stata pagata per l'intervista a Annozero.

La donna - ha aggiunto oggi Cagliari - porterà ai Pm di Milano Pietro Forno, Ilda Bocassini, Antonio Sangermano una borsa lussuosa, che non riuscivano più "a trovare perché l'aveva presa per sbaglio sua sorella e che è stata riconsegnata solo ieri in tarda serata". Cagliari non ha voluto chiarire come, ma questa borsa sarebbe in qualche modo legata ai 5.000 euro che Macrì asserisce di avere ricevuto da Berlusconi in una busta dopo una notte con lui.

Porterà' anche "la domanda di separazione dall'ex marito", datata 2007, e che "dunque - ha concluso Cagliari - smentisce la smentita dell'uomo, che sabato aveva detto di avere regalato lui i gioielli che Nadia invece ha ricevuto dal premier".

Le carte con i risultati delle indagini difensive, mandate dai legali di Silvio Berlusconi in procura, non cambiano l'orientamento dei pm che chiederanno il processo con rito immediato per il presidente del Consiglio che risponde di concussione e prostituzione minorile. Le carte prodotte dagli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo contengono le dichiarazioni di una ventina di persone informate sui fatti sentite dai legali in un arco di tempo che va dall'estate 2010 scorsa fino a pochi giorni fa.

Per la formalizzazione della richiesta di processo al gip ci vorranno non meno di una decina di giorni, a causa anche di problemi organizzativi. In procura assicurano di aver da tempo esaminato anche i problemi giuridici relativi al rito immediato.
Come giurisprudenza contraria, ci sarebbe una sola sentenza della Cassazione secondo cui non si può chiedere il rito immediato quando c'è di mezzo un reato come la prostituzione per il quale si può procedere con la citazione diretta.