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Napolitano e il Vaticano scaricano questa volta brutalmente il cavaliere dicendo “Servono moralità e legalità”

Dopo l’ennesimo scandalo che tocca il ‘cavaliere sempre più mascarato per tamponare gli evidenti ‘gibolli’, il capo dello Stato e il Vaticano scaricano con molto rumore Berlusconi. Che continua a dire che lui non c’entra nulla in questo scandalo e che è tutta una macchinazione e con i suoi video incita alla violenza contro quei Pm che si sono permessi di applicare la legge che fino a prova contraria è uguale per tutti. Inoltre le sue difese ed ei suoi ‘consigliori’ sono vivamente smentiti dalla prove provate e dalle numerose intercettazioni, comprese le dichiarazioni della ragazzina marocchina, presunta e onerosa prostituta, che sta seguendo alla lettera le lezioni impartitegli dall’alto e in cambio di molti soldi (Ruby ha detto che aveva chiesto 5 milioni al premier che questi se stava zitta e faceva la matta gli avrebbe dato tutto quello che voleva), come egli stessa ha affermato al telefono, secondo quanto si legge sui verbali dei bravi, seri e professionali magistrati del Tribunale milanese. Che certamente non perdono le loro giornate cercando di incastrare il proprietario di “hardAcore” perché il loro tempo lo impiegano per cercare di mettere in galera chi infrange la legge e se questa viene violata sistematicamente dai potenti o dal premier loro sono ugualmente obbligati a farli finire sotto processo e se colpevoli nelle patrie galere. Quindi un grande plauso va a questi valorosi magistrati che rischiano la vita di giorno e di notte per fare il loro dovere e certamente gli rimane poco tempo per dedicarsi a feste e festini hard o a semplici incontri conviviali perché questi sì lavorano e non altri, che appunto trovano il tempo, dalla tarda notte e all’alba, per poi addormentarsi, come ha fatto il capo del del governo che non c’è e con la bocca aperta, davanti al presidente della Repubblica. Quindi, nonostante tutto, questa volta anche negli uffici del Vaticano hanno letto le ultime ‘gesta’ del premier e si sono vergognati, indignati e forse anche arrabbiati per il cattivo esempio che emana il nostro primo ministro che oltre ad aver messo l’Italia alla berlina di tutti l’ha sputtanata a livello planetario. Quindi ieri il Vaticano ha rotto il silenzio sul caso Ruby. E le parole dette oggi dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, non lasciano adito a equivoci: vengono allo scoperto, infatti, la "preoccupazione" della Santa Sede di fronte alle vicende che coinvolgono il premier Silvio Berlusconi, l'appello alla "moralità” e alla "legalità” per chi ha responsabilità pubbliche, la condivisione del "turbamento" già esternato dal Quirinale.

Parole pesanti a cui replica il leader della Lega Umberto Bossi. E anche le sue non sono dichiarazioni tenere: "il Vaticano - dice il Senatur - non si commenta, ma penso che per loro sia più facile parlare. Berlusconi si è trovato con la casa circondata controllavano tutti quelli che entravano e che uscivano. Perché non hanno controllato anche là?" A margine dell'inaugurazione della casa di accoglienza Bellosguardo per i familiari e per i bambini in cura presso l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, il primo collaboratore del Papa non si à sottratto questo pomeriggio all'inevitabile domanda dei giornalisti sul caso Ruby.

"La Santa Sede - ha detto il card. Bertone - segue con attenzione, e in particolare con preoccupazione, queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni, di fronte alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana". Inoltre "la Chiesa spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l'impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità.

"Credo - ha aggiunto il segretario di Stato vaticano - che moralità, giustizia e legalità siano i cardini di una società che vuole crescere e che vuole dare delle risposte positive a tutti i problemi del nostro tempo". E in particolare alla domanda se condivide il turbamento di Napolitano, Bertone ha risposto: "Avete visto la nota" del Quirinale "pubblicata dall'Osservatore Romano". Pur con la premessa che "la Santa Sede ha i suoi canali, le sue modalità di intervento e non fa dichiarazioni pubbliche", emergono in modo lampante il disagio e l'inquietudine che si vivono in questo momento Oltretevere dinanzi alle vicende italiane.

Un disagio che viene sempre piu' allo scoperto nel mondo cattolico e nell'arcipelago dell'associazionismo. Se Avvenire titolava oggi in prima pagina sul "Livello di guardia", e il direttore Marco Tarquinio, pur non citando direttamente il caso Ruby, sottolineava che in Italia "c'e' urgenza di buoni esempi", il sito del laicato cattolico Piuvoce.net nega che sulle rivelazioni riguardanti le serate ad Arcore ci siano stati "silenzi interessati o imbarazzati" dei cattolici italiani e della Chiesa, e rinnova il richiamo a "fare chiarezza". "Anche noi, con i media cattolici e con lo stesso presidente della Repubblica, ci associamo all'urgente necessità di restituire serenità, attraverso la chiarezza, ai cittadini italiani tutti.

Credenti e non credenti", scrive il direttore Domenico Delle Foglie, ex portavoce del Family Day. "Altre parole significative e dall'alto valore pedagogico - aggiunge - verranno da Ancona, dove lunedì si riunisce il Consiglio permanente del vescovi italiani. Ma certamente non mancherà lo sguardo paterno e l'incoraggiamento al Paese". Sintomo fin troppo eloquente del disagio dei cattolici, infine, è anche l'iniziativa del parroco di Antrosano, frazione di Avezzano (L'Aquila), don Aldo Antonelli, che davanti alla sua chiesa ha affisso addirittura un manifesto mortuario.

"Lutto per il paese, umiliato da un premier immondo, affarista e licenzioso, sequestrato da un'economia forzata e forcaiola imbavagliato da una tv servile e cortigiana", recita il manifesto, che nella seconda parte è critico anche nei confronti della Chiesa, definita "connivente e concubina, muta e imbavagliata, sensale e mercenaria".