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Bossi consiglia a Berlusconi: si riposi, ci pensiamo noi

Un presidente del Consiglio «sotto pressione», «controllato da tutte le parti» quasi fosse «la mafia». Il caso Ruby e l'inchiesta milanese che vede indagato il premier restano in primo piano e Umberto Bossi parla così dell'alleato Silvio Berlusconi. Conversando con i giornalisti a Montecitorio, il leader della Lega non usa mezzi termini. «In un Paese normale e democratico queste cose non avvengono», secondo il Senatùr, ed è giusto che il Papa chieda alle istituzioni di ritrovare «le radici morali». Quanto a Berlusconi, comunque, il numero uno del Carroccio ribadisce che le dimissioni del premier non sono in discussione («è inutile chiedere cose che non servono a niente»), ma si sbilancia in un consiglio: Silvio vada «un po' a riposare da qualche parte che qui ci pensiamo noi».

Dal canto suo, Berlusconi insiste sul buon operato dell'esecutivo e invita i suoi ministri a fare altrettanto. Il governo andrà avanti, è l'opinione del Cavaliere, anche se «c'è la volontà di farlo cadere». E se ciò dovesse avvenire, avverte il premier, «chiederemo di andare alle elezioni anticipate». In Cdm, il presidente del Consiglio ha sottolineato le «strumentalizzazioni» compiute dai mezzi dell'informazione sul caso Ruby. «Hanno detto che la Chiesa è contro di me ma non è vero», avrebbe anche rimarcato il Cavaliere. «Ho ricevuto rassicurazioni dal Vaticano, - avrebbe aggiunto riferendosi alle parole del cardinale Bertone - mi hanno assicurato che si trattava di un discorso in generale e che non era riferito a me». Il capo del governo ha poi attaccato le trasmissioni comeannozero che si sono occupate dell'inchiesta milanese («invece di puntare il dito contro i metodi assurdi usati dai pm mandano in tv persone che io non conosco affatto») e si è soffermato in particolar modo sul programma di Michele Santoro: «Usano i soldi pubblici per far cadere il governo, ma non ci riusciranno». Il premier non ha risparmiato critiche neanche alla escort Nadia Macrì, convinto che la ragazza «sia pagata». Perché una ragazza con un figlio dovrebbe dichiararsi pubblicamente escort se non ne ha un tornaconto?, avrebbe osservato Berlusconi secondo quanto riferito da alcuni dei presenti.

In mattinata, i legali del premier hanno fatto avere una nota ai pubblici ministeri, informandoli che Berlusconi non si presenterà per essere interrogato, visto che, secondo loro, le toghe milanesi non hanno competenza funzionale ad indagare e che il fascicolo dovrebbe essere trasmesso al «tribunale dei ministri».

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