Press "Enter" to skip to content

Crescono nel 2010 gli accesi al Pronto soccorso: alto numero di ricoveri anche in Medicina d’urgenza.

Sono 50.174 gli accesi registrati al Pronto soccorso di Sassari nel 2010, un incremento di 551 accessi rispetto al 2009 quando alla struttura di Viale Italia arrivarono 49.623 persone.

Il numero di codici rossi (quando arrivano pazienti in pericolo di vita: il Pronto soccorso blocca la propria attività e si prepara a ricevere il paziente approntando l’ambulatorio a maggiore tecnologia possibile) è stato di 684; quello dei codici gialli (lesioni gravi) è stato 14.529. I codici verdi (il paziente non è in pericolo di vita e viene assistito dopo i casi più urgenti) sono stati 25.484. I codici bianchi infine (generalmente si tratta di situazioni che potrebbero essere risolte dal medico di famiglia) sono stati 9.485.

Il Pronto soccorso sassarese traccia così un bilancio dell’attività svolta nel 2010.

«I dati a disposizione mostrano un numero molto elevato di accessi – afferma Sergio Rassu, responsabile dell’Unità operativa complessa di pronto soccorso e medicina d’urgenza – soprattutto se consideriamo che Sassari ha una popolazione di circa 120mila abitanti e un bacino di utenza di circa 240mila persone. Questo dato deve far riflettere».

Così se da una parte può essere motivo di soddisfazione il fatto che un numero elevato di utenti veda nell’ospedale la struttura che soddisfa comunque le loro richieste, «dall’altra – secondo Sergio Rassu – questo andamento è estremamente fuorviante rispetto alla missione dell’ospedale e del Pronto soccorso in particolare, come struttura finalizzata ad interventi di alta specializzazione e tecnologia».

La Medicina d’urgenza costituisce poi la seconda componente, al momento operativa, della struttura complessa. Nel corso del 2010 questa ha effettuato 2.548 ricoveri, quasi esclusivamente pazienti urgenti ricoverati dal Pronto soccorso o trasferiti da altre unità operative del presidio ospedaliero.

L’attività della Medicina d’urgenza è relativamente recente, ha una storia di circa due anni. Va considerata una struttura con specifiche competenze e, all'interno dell'organizzazione dell'ospedale, deve svolgere un ruolo proprio, non sovrapponibile a quello di altre Unità operative esistenti.

Al suo interno vengono trattati pazienti che accedono al Pronto soccorso in condizioni critiche che non richiedono ricovero in terapia intensiva, ma hanno necessità di ulteriore trattamento di stabilizzazione e monitoraggio non invasivo.Red