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Anche il nuovo polo vuole sfiduciare il ministro Bondi.

Questa mattina il nuovo e “Terzo polo” ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. Lo hanno annunciato nel corso di una conferenza stampa Francesco Rutelli, Rocco Buttiglione e Fabio Granata, denunciando il "disastro delle politiche della cultura".

Il ministro, al centro di pesanti critiche da mesi, prende posizione nelle stesse ore a difesa del premier Silvio Berlusconi. "Deve essere chiaro a tutti - dice - che il nostro impegno politico è un impegno per il rispetto della nostra Costituzione, per la difesa dei principi fondamentali della democrazia e quindi dei diritti di ogni cittadino. In ogni Paese civile e liberale vige un corretto equilibrio tra democrazia e ordine giudiziario, mentre in Italia questo rapporto è completamente saltato a favore di una pesante intromissione e di un illegittimo condizionamento di una parte della magistratura nell'ambito del potere legislativo e politico". 

"Solo in Italia - ammonisce - la sinistra, che altrove tutela gelosamente questi principi, ha rinunciato alla funzione della politica e alla strenua difesa del poteri della democrazia per accodarsi e nascondersi dietro le toghe dei magistrati al fine di raggiungere il potere".

In difesa di Bondi, invece, scende il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Carlo Giovanardi, sulle pagine de Il Giornale. "Paradossalmente il ministro Bondi potrebbe essere sfiduciato non per responsabilità personali ma per la leale accettazione delle decisioni del governo di cui fa parte", dice Giovanardi alludendo ai tagli imposti da Tremonti al bilancio del ministero della Cultura. Ma questo è "esattamente il rovescio dei motivi per i quali la Corte Costituzionale ha ritenuto ammissibile la mozione di sfiducia individuale - prosegue Giovanardi -  Se esistono seri dubbi sull'ammissibilità di una mozione di sfiducia di questo tipo è certo che il ministro Bondi ha ragioni da vendere nel denunciare l'odiosità di una azione che appare come una vera e propria mascalzonata nei suoi confronti, mentre il voto della Camera dei deputati del 14 dicembre ha già fatto chiarezza su una mozione di sfiducia che giustamente in quel caso era rivolta al governo nel suo complesso".

Giovanardi ricorda che in passato è stato giudicato atto non conforme alla Costituzione il fatto che le Camere possano votare la sfiducia a singoli ministri ma che la Corte Costituzionale si è pronunciata a suo tempo in relazione al conflitto di attribuzione sollevato dall'ex ministro di Grazia e giustizia, Mancuso, nei cui confronti, il Senato aveva approvato una mozione di sfiducia sostenendo il principio che la mozione di sfiducia individuale possa essere uno strumento per il recupero dell'unitarietà dell'indirizzo politico, in presenza di comportamenti dissonanti rispetto al governo: "La fiducia si traduce in ultima istanza in uno strumento a disposizione dell'esecutivo per risolvere le difficoltà a giungere all`unitarietà del suo indirizzo politico. Alla luce di tali considerazioni, è davvero singolare leggere nelle premesse dell'atto di sfiducia, che sarebbe colpa del ministro Bondi il fatto che 'il nostro sistema dei beni ed attività culturali risulta penalizzato nel suo complesso dell'azione del governo e della visione che ha imposto il ministro dell'Economia e delle Finanze' con i tagli proposti nella legge di stabilità".

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