L’istituzione nelle ASL della Sardegna delle “Breast Unit”, per la lotta al carcinoma mammario è l’obiettivo di una Proposta di Legge presentata nei giorni scorsi in Consiglio regionale, prima firmataria Simona De Francisci, vicepresidente del Gruppo Il Popolo della Libertà.
Per comprendere meglio di cosa si tratta, ricordiamo che la parola inglese “breast” quale sostantivo, in italiano si traduce con la parola “seno”, mentre nell’accezione verbale ha il significato di “lottare con”. La parola “unit”, ha quali sinonimi italiani “gruppo”, “nucleo”.
La “Breast Unit”, quindi, è una struttura “interforze” fra le specializzazioni mediche chiamate a intervenire nel caso di carcinoma mammario attraverso il lavoro di squadra.
«Con questa proposta di Legge - dichiara Simona De Francisci - intendiamo introdurre un sistema innovativo a sostegno della Senologia Diagnostica, appunto il “Breast Unit”, che funziona in collegamento concreto e ravvicinato anche logisticamente, fra la struttura di riferimento per la mammografia di base e le unità terapeutiche per gli accertamenti di secondo e terzo livello».
Al momento, invece, la paziente, per sottoporsi all’intero ciclo diagnostico o post intervento chirurgico, è costretta a fare la spola fra i diversi specialisti e il medico di base e recarsi nei diversi reparti ospedalieri, spesso anche distanti fra loro.
«Proprio su questa iniziativa si era incentrato un importante meeting ad Alghero, nel mese di settembre scorso, al quale aveva partecipato anche l’oncologo di fama internazionale, Umberto Veronesi. Proprio Veronesi, in quell’occasione, aveva sollecitato la Regione a istituire le “Breast Unit” . Inoltre, parlando della sua esperienza pliuridecennale, Veronesi aveva stimolato gli oncologi sardi a incrementare lo screening quale l’obiettivo per portare a zero la mortalità delle donne affette da carcinoma mammario».
«Nelle “Breast Unit” - prosegue il Consigliere regionale - la paziente non viene lasciata a se stessa nella difficoltà logistica di prenotarsi da sola ed eseguire esami strumentali, o provvedere da sola a prenotare le visite dagli altri specialisti (esempio radioterapista o oncologo), ma viene “accompagnata” nei reparti dallo stesso personale addetto». Infatti, la “Breast Unit” guida la paziente lungo un percorso appropriato, discusso collegialmente e integrato nelle procedure, per questo motivo, la struttura dovrà essere ubicata in un presidio ospedaliero che annoveri tutte le figure specialistiche chiamate a intervenire in caso di carcinoma mammario in modo che la donna possa recarsi nei posti dove è possibile erogare tutte le prestazioni senologiche.
«Con questa proposta di legge che recepisce una normativa nazionale, la Sardegna si pone all’avanguardia fra le regioni italiane - prosegue De Francisci - creando strutture in grado di offrire alle pazienti un’accurata e celere diagnosi e, ove indicato, adeguati e rapidi iter terapeutici anche chirurgici».
«Sempre in base all’esperienza del professor Veronesi - conclude Simona De Francisci - lo screening tempestivo consentirà di operare con interventi sempre meno invasivi utilizzando tecniche chirurgiche d’avanguiardia che potrebbero essere poste a carico del Servizio Sanitario Nazionale».
Per gli specialisti dell’equipe “Breast Unit” è previsto anche un programma di educazione continua in medicina specifica per la branca senologica.