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La Sinistra Sarda – Rosso Mori e dall’Idv, stamattina hanno illustrato la mozione sulla preoccupante incidenza di tumori nella zona di Quirra

Smilitarizzare la Sardegna e riconvertire l’economia isolana in un’economia di pace. È quanto proposto dal gruppo consiliare Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori e dall’Idv stamattina in una conferenza stampa dove è stata illustrata la mozione n.103, primo firmatario Claudia Zuncheddu  (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori), sul grave fenomeno sanitario di neoplasie che interessa le popolazioni e gli allevamenti della zona di Quirra. Ci stanno decimando ha dichiarato Zuncheddu.

Le basi militari devono essere chiuse, perché stiamo pagando con la nostra salute l’aggressione di stampo coloniale al nostro territori. Il consigliere di opposizione ha quindi illustrato i risultati dell’indagine delle Asl di Lanusei e Cagliari, definendoli inquietanti, seppur parziali. Di certo ha continuato - rappresentano un buon punto di partenza per altre indagini dettagliate, non più di tipo epidemiologico che, spesso, si sono svolte senza rispettare  criteri scientifici. Il 65%  del personale impiegato nella conduzione di animali entro il raggio di 2,7 km dalla base militare di capo san Lorenzo a Quirra risulta colpito da gravi malattie tumorali: è questo il dato

preoccupante rilevato dall’indagine dei veterinari ogliastrini e del capoluogo sardo.  Si registra, inoltre - ha sostenuto Zuncheddu un incidenza di neoplasie concentrate per il 70% nel comune di Villaputzu , e per un 20%  in quelli di Muravera e San Vito. Da tempo di parla di tumori e malformazioni genetiche, documentate, ma senza dare al fenomeno la giusta attenzione. Noi non molleremo ha sostenuto Zuncheddu e combatteremo con le unghie e con i denti perché si ponga fine all’occupazione militare del nostro territorio, che ospita il 60% dei poligoni di tutta la penisola. Secondo dati regionali, il demanio militare occupa in Sardegna un’estensione territoriale pari a 35 mila ettari, mentre quella marittima raggiunge i 20mila chilometri quadrati.

Per Luciano Uras (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori ) si tratta di pensare a una diversa economia in Sardegna che,  avvantaggiata dall’essere un’isola, e quindi un sistema chiuso, può rappresentare un ottimo terreno di sperimentazione per una produzione economica rispettosa dell’ambiente. Vogliamo un Mediterraneo di pace, ha continuato, costruito attraverso un’idea di economia di recupero e bonifica territoriale, che sia anche esportabile e che, necessitando di ricerca, coinvolgerà in questo progetto i nostri due poli universitari. Interpellato in merito ad un’azione congiunta di tutto il centro-sinistra, Uras ha risposto che oggi definiamo la linea comune con l’Idv, perché il Pd non condivide con noi la logica dello smantellamento integrale delle basi militari. Unico firmatario del centro-sinistra della mozione n.103 è stato, infatti, Chicco Porcu.

Secondo Daniele Secondo Cocco (Idv) la comparazione con la situazione degli allevatori del Gennargentu, dove non si registrano casi di neoplasie, rappresenta in senso negativo la dirompenza del caso Quirra. Auspico che le basi militari in Sardegna ha dichiarato siano chiuse. Non si può vivere sotto questa cappa che è causa di danni non solo alla salute pubblica ma anche a livello sociale.

Massimo Zedda (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori) ha invece avanzato delle proposte sulla riconversione delle basi militari, dismesse e in fase di dismissione, presenti a Cagliari. Da Cala Mosca, alla Sella del Diavolo, passando per le aree di Buoncammino, abbiamo la possibilità di riconsegnare questo patrimonio immenso ai cittadini e di ripensare all’urbanistica della città, con un riutilizzo in chiave turistica, culturale e residenziale.

Carlo Sechi (Comunisti - La Sinistra Sarda - Rosso Mori) ricordando i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’unità d’Italia, ha dichiarato: Noi sventoliamo non il Tricolore ma la bandiera dei Quattro Mori, rivendicando nei confronti dello Stato un’occupazione militare coloniale. Sechi ha quindi condannato quel pietismo peloso nei confronti dei giovani che cadono in battaglia e ignora quanti a Quirra muoiono per effetto di armi più subdole. Da oggi inizia una battaglia puntuale contro la presenza delle basi militari nell’Isola, come quella di Pollina ad Alghero la cui presenza nel nostro territorio è definita una vergogna. Rivendichiamo con forza l’apertura della base di Alghero, ha sostenuto Sechi, che sappiamo essere stata una base Gladio e che risulta ad oggi ancora coperta dal segreto Nato. Sechi ha quindi proposto che la smilitarizzazione territoriale possa avvenire attraverso progetti di addestramento della protezione civile, sfruttando la posizione strategica della Sardegna nel Mediterraneo. Red

 

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