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La segretaria nazionale Cgil Camusso: Marchionne insulta l’Italia

L'ad del Lingotto, Sergio Marchionne, "insulta ogni giorno il Paese": lo afferma il leader della Cgil, Susanna Camusso, nella relazione introduttiva all'assemblea nazionale delle Camere del lavoro, accusando la Fiat di non rendere noti i dettagli del piano 'Fabbrica Italia'.

"Se Fiat puo' tenere nascosto il piano - ha aggiunto - è anche perché c'è un governo che non fa il suo lavoro ma e' tifoso e promotore della riduzione dei diritti".

"La Fiat sbaglia tempo e sbaglia risposte e riduce i diritti dei lavoratori e la loro fiducia sulle prospettive", aggiunge Camusso, sottolineando "la debolezza industriale dell'azienda" ed "il mistero che continua a circondare il piano Fabbrica Italia". "Se Fiat puo' tenere nascosto il piano e' anche perche' c'è un governo che non fa il suo lavoro ma è tifoso e promotore della riduzione dei diritti. E' cosi' tifoso - prosegue - che non ha il coraggio di vedere che quando l'amministratore delegato insulta ogni giorno il Paese non offende solo i cittadini e il Paese ma in realtà dice della qualità di governare e delle risposte che vengono date", risposte "sbagliate".

"Il tema vero - dice Camusso - è quello della costruzione dei punti di forza: le alleanze esterne sono importanti, vanno costruite ogni giorno, ma se non siamo dentro le fabbriche per costruire tutela, prospettiva e posizioni diventiamo dipendenti da altri, dai loro tempi e dai tempi della magistratura. Si definisce un vuoto".

Un esito del referendum su Mirafiori con il si, spiega Camusso, "che non ci auguriamo ma che non possiamo escludere, porta come conseguenza anche l'esclusione della Fiom e della Cgil da quegli stabilimenti". Su questo, prosegue la leader della Cgil "dobbiamo riflettere e la domanda che poniamo anche alla Fiom e' se questa è l'unica conclusione possibile". "Il tema è - aggiunge - come il giorno dopo vediamo e sosteniamo le conseguenze di quel no. Per noi il cuore della contraddizione sta nei processi produttivi e se non si riparte da li e si resta fuori, - conclude - non si ricostruiscono le condizioni per ripartire e costruire un altra storia e condizioni di lavoro".