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La guerra del pane raggiuge Tunisi.

La polizia ha impedito a dei giornalisti di manifestare contro la violenta repressione del movimento di protesta in corso nel Paese da parte delle forze dell'ordine e contro gli "ostacoli" posti all'esercizio della loro professione.

"Siamo un centinaio nella sede del sindacato nazionale dei giornalisti (Snjt) circondati dalla polizia, che blocca le uscite", ha dichiarato Neji Bghouri, ex presidente di questo sindacato.

"Volevamo manifestare per dire di smettere di ammazzare la gente, denunciare gli ostacoli frapposti al lavoro dei giornalisti a cui è impedito di rendere liberamente conto dei disordini che conosce il Paese", ha affermato.

"Chiediamo la libertà di stampa e la libertà di movimento per i giornalisti", ha aggiunto. Secondo Bghouri, dei rappresentanti di diversi media della stampa osservavano ancora nel pomeriggio un sit-in nei locali del sindacato in presenza del suo presidente, Jamel Karmaoui.

Secondo quanto rivela il sindacalista tunisino Naji al-Baghuri alla tv araba 'al-Jazeera', i poliziotti hanno avuto l'ordine di impedire ai cronisti di uscire dalla sede del sindacato per evitare che scendano in strada e manifestino contro il governo.

"Ci hanno circondati e ci impediscono di uscire - ha affermato - siamo circa un centinaio qui in sede e vogliamo manifestare contro le autorita' che applicano la censura e ci impediscono di dare informazioni sulle proteste dei disoccupati".

I giornalisti tunisini hanno proclamato uno sciopero in segno solidarieta' con i disoccupati di Sidi Bouzid e delle altre citta' del paese nord africano.