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Conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio regionale della Sardegna.

Il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Claudia Lombardo, in durante la conferenza stampa di fine anno ha detto che anche in questo secondo anno di legislatura la Presidenza del Consiglio ha voluto espressamente continuare nel solco già tracciato l’anno precedente per dare una forte caratterizzazione soprattutto sul versante del contenimento delle spese e della trasparenza degli atti.

Si è inteso in tal modo adottare un messaggio vigoroso nel venire incontro all’esigenza manifesta di conferire concreta attuazione sia al processo di riavvicinamento della massima istituzione consiliare ai cittadini, recuperando il senso di fiducia degli stessi nelle loro istituzioni, sia al processo di allineamento del Parlamento regionale alla realtà sociale ed economica che lo circonda.

Il Consiglio Regionale non si è fatto scevro rispetto alla fase di grande recessione che ha colpito duramente la nostra Isola e, non volendosi sottrarre alle proprie responsabilità, ha deciso significativamente di adottare una politica di severa morigeratezza delle proprie spese. Lo ha fatto scegliendo una linea di oculatezza gestionale e di assoluta trasparenza dei lavori consiliari che ha dato buoni frutti senza per questo compromettere l’efficienza funzionale degli uffici e dell’apparato consiliare.

 

Nel merito, sul versante del contenimento effettivo della spesa, in sede di assestamento di Bilancio approvato ad agosto, si è operata una riduzione di 5 milioni dello stanziamento per il Bilancio del Consiglio per il 2010, che è passato da 85 milioni a 80 milioni, a seguito della presentazione di un emendamento a firma dei Presidenti dei Gruppi consiliari. A questi 5 milioni vanno sommati altri 8 milioni di euro, ulteriormente tagliati su richiesta del Consiglio nella previsione di Bilancio per il 2011. Quindi, a finanziaria approvata, il taglio comporterà un risparmio nello stanziamento del Bilancio della Regione a favore del Consiglio che passerà da 85 milioni a 72 milioni, con una riduzione di 13 milioni di euro rispetto alla dotazione iniziale per il 2010.

In tutta evidenza si tratta di un risparmio notevole che ha coronato con successo una precisa scelta gestionale nel disegnare una parabola decrescente, già avviata nel 2008, con un’inversione della spirale che vedeva il Bilancio interno del Consiglio in costanza di aumento delle spese relative al proprio funzionamento.

Siamo certi che in questo modo il Consiglio Regionale, nell’immedesimarsi perfettamente nel contesto socio-economico della realtà sarda, ha dato prova di grande sensibilità e serietà in una situazione storica di grande difficoltà per il Popolo sardo. E lo ha fatto proprio facendosi interprete dei desiderata dei cittadini, i quali chiedono alla loro classe politica e alle istituzioni atteggiamenti di maggiore responsabilità nella gestione della spesa pubblica e di maggiore attenzione nei loro confronti e verso le problematiche che attanagliano la nostra Isola.

 

In particolare, il taglio di 5 milioni effettuato con la manovra di assestamento ha riguardato: gli stanziamenti previsti per la ristrutturazione, gestione e funzionalità dei locali consiliari; per il personale dipendente; per le spese di rappresentanza; per la gestione del patrimonio librario e l’acquisto di libri; per la stampa e le pubblicazioni del Consiglio; per convegni, contributi, seminari e mostre di carattere culturale.

Mentre, con riferimento alla previsione di Bilancio per il 2011, grazie all’aumentata contribuzione delle quote dei consiglieri versate al fondo di previdenza, quest’anno si è provveduto a cancellare lo stanziamento di 1.000.000 di euro relativo al contributo straordinario a favore del fondo stesso a carico del Consiglio. Infatti, per effetto di detti aumenti, il fondo di previdenza non necessita di integrazione.

Sul fronte delle spese per il personale dipendente è prevista una riduzione di 430.000 euro, grazie alle dinamiche dei pensionamenti che si riflettono anche sul contributo al fondo speciale di quiescenza.

Notevoli tagli sono stati apportati grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie. I costi di stampa dei resoconti e dei progetti di legge sono stati ridotti di 40.000 euro, sono state tagliate le spese per consulenze e per l’utilizzo di servizi tv esterni. Viene confermato il taglio relativo alle spese per le pubblicazioni del Consiglio relative ai libri.

 

 

Ulteriori riduzioni hanno riguardato: 500.000 euro per l’impianto di condizionamento; 50.000 euro per la vigilanza e  40.000 euro per canoni telefonici (grazie all’utilizzo di un gestore sardo di telefonia). Ancora, sono state dimezzate le spese per il parco automezzi e quelle postali. Queste ultime in virtù dell’attivazione del sistema di posta certificata e sms per la diramazione delle convocazioni degli organi consiliari.

Altra voce in diminuzione ha riguardato la dotazione del fondo per le spese impreviste con un risparmio di circa 2 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente.

Infine, per le spese di rappresentanza del Presidente stanziate per il 2010 c’è da rilevare che non sono state utilizzate in quanto si è fatto ricorso ai soli residui derivanti dall’anno precedente.

In merito la Presidenza si riserva di sottoporre all’Ufficio di Presidenza una proposta di utilizzo finalizzata a valorizzare il ruolo del Consiglio con iniziative di forte impatto generale verso quei settori più deboli e indifesi della nostra società che necessitano di particolare attenzione da parte delle istituzioni.

In conclusione, la proposta di bilancio interno del Consiglio evidenzia un avanzo di amministrazione complessivo di circa 18 milioni, dovuto al perseguimento di una precisa politica mirata alla riduzione dei costi adottata dall’Ufficio di Presidenza.

 

 

 

Sul versante della trasparenza e della pubblicità degli atti si è operato con successo su un altro fronte di impegno con lo scopo di avviare una stagione di apertura verso l’esterno, consentendo l’accesso agli atti ai cittadini e al mondo dell’informazione sia sulle indennità percepite dai consiglieri che sulla loro attività e partecipazione ai lavori dell’Aula.

Questo della trasparenza è un impegno incessante della Presidenza che vuole di fatto aprirsi al massimo verso l’esterno, dando soddisfazione alla legittima aspettativa dei cittadini di essere puntualmente informati su quanto avviene all’interno del loro Parlamento regionale.

Sul piano dell’adeguamento alle moderne tecnologie va sottolineato che già da tempo l’attività del Consiglio viene diffusa attraverso il sito internet istituzionale che è stato puntualmente adeguato alle norme della Legge Stanca sull’accessibilità per i disabili.

Inoltre, da quest’anno, sono disponibili con tempestività sul sito del Consiglio i resoconti integrali delle sedute. In linea di massima possiamo affermare che i resoconti sono già fruibili dal visitatore esterno non appena conclusa la seduta dell’Aula.

Al fine di favorire la ricerca degli interventi dei singoli consiglieri tenuti nel corso delle sedute del Consiglio della presente legislatura, è stato potenziato l’archivio video delle sedute con un motore di ricerca maggiormente performante che consente di trovare immediatamente il singolo intervento.

 

E’ stata, inoltre, potenziata la trasmissione video via internet per venire incontro all’esigenza di assicurare un maggior numero di collegamenti in contemporanea per quegli utenti che vogliono seguire in diretta le sedute dell’Aula.

A questo proposito fa piacere evidenziare che gli stessi utenti hanno dimostrato di gradire questo servizio in quanto abbiamo registrato un costante incremento degli accessi al nostro sito durante i lavori del Consiglio.

Sempre nell’ambito delle iniziative finalizzate a innalzare i livelli di accessibilità agli atti e di trasparenza attraverso il canale internet, nel corso dell’anno è entrata a regime la pubblicazione delle assenze dei consiglieri regionali dai lavori dell’Aula. Con riferimento ai criteri di computo delle assenze, va segnalata l’adozione da parte dell’Ufficio di Presidenza della nuova disciplina, in base alla quale, dal 1° settembre, il consigliere regionale si considera presente soltanto se ha partecipato almeno al trenta per cento delle votazioni tenute nel corso della seduta.

Con la disciplina precedente era sufficiente partecipare a una sola votazione per non subire la trattenuta economica prevista per gli assenti.

L’intervento in questione si è reso necessario per migliorare l’economia dei lavori e assicurare una costante e maggiore presenza dei consiglieri regionali in Aula, evitando le frequenti interruzioni a causa della mancanza del numero legale che nel corso del passato, anche recente, hanno rallentato i lavori e la produttività dell’Assemblea.

 

Va segnalato, per inciso, che anteriormente al dato sulle presenze erano stati resi disponibili anche i dati relativi all’indennità percepita dai consiglieri regionali nello svolgimento del loro mandato.

Sempre sul tema finalizzato a ottimizzare i lavori consiliari, sul fronte delle Commissioni è stata studiata una nuova disciplina per le riunioni delle stesse. Si è infatti provveduto ad introdurre una metodologia che vede le Commissioni convocate, a turno, in precisi giorni della settimana evitando il più possibile la concomitanza delle loro sedute.

Questa programmazione ha comportato il quasi totale superamento della sospensione delle sedute per mancanza del numero legale imputabile per lo più al fatto che alcuni consiglieri assegnati, a termini di Regolamento Interno, a più Commissioni avrebbero dovuto garantire la presenza contemporanea nelle stesse.

Anche per quanto riguarda i lavori delle Commissioni viene assicurata una adeguata pubblicità tramite il sito Web. Dove vengono riportatate oltre alla composizione e alle materie di competenza delle singole commissioni, le date di convocazione delle stesse e gli argomenti trattati.

Per quanto attiene la consultazione del Bollettino, anch’esso presente nel sito, è possibile essere informati sui progetti di legge in carico alle Commissioni con il relativo iter. E’ in programmazione l’inserimento nel sito anche delle sintesi riportanti le attività svolte nelle stesse.

Sotto il profilo dell’attività politico istituzionale il 2010 ha visto il Consiglio Regionale particolarmente impegnato sul fronte delle misure da adottare per contrastare la crisi.

La produzione legislativa, pur non particolarmente prolifica, ha dato modo di introdurre nel corpo delle leggi regionali provvedimenti molto attesi e di ampio impatto sul sistema socio- economico dell’Isola.

Vi è da registrare su questo punto come proprio le diverse situazioni di emergenza, che hanno aperto molti fronti di crisi con vertenze tuttora aperte e in corso, hanno determinato una diminuzione della proposizione dell’iniziativa di legge da parte del governo regionale.

Altro fattore che ha determinato un rallentamento dei lavori dell’Aula, incidendo soprattutto sulla possibilità di approvare la manovra finanziaria entro il mese previsto di dicembre, ha riguardato le occupazioni del Palazzo del Consiglio.

La prima si è verificata ad opera di una delegazione di rappresentanti del Movimento dei Pastori Sardi che per circa due settimane ha bloccato i lavori delle Commissioni e dell’Aula, rivendicando le ragioni del mondo agricolo in modo plateale. Giova ricordare che la Presidenza, al fine di impedire che il Consiglio operasse sotto condizionamento, ha dato seguito alla norma regolamentare la quale prevede, in caso di occupazione dei locali, che tutti i lavori vengano sospesi sino alla effettiva cessazione della stessa.

 

La seconda, avvenuta nei giorni precedenti Natale, ha riguardato un’azione di carattere politico della minoranza che, durante la sessione di Bilancio, ha deciso di occupare l’Aula per protestare sulla mancata applicazione dell’articolo 8 dello Statuto, relativamente alle entrate della Regione. Anche in questo caso i lavori sono stati sospesi per due giorni, sino al termine dell’azione posta in essere.

Su questo ultimo specifico punto va sottolineato che la ripresa dei lavori del Consiglio è il frutto di un positivo clima che in questa legislatura, nei momenti più delicati, ha sempre fatto prevalere il valore del sentimento comune nella difesa dei diritti dei sardi, ponendo da parte divisioni e particolarismi politici.

Un fattivo spirito unitario ininterrottamente promosso e sostenuto dalla Presidenza del Consiglio e che puntualmente ha trovato corrispondenza grazie alla sensibilità e disponibilità manifestata dalle forze politiche, di maggioranza e di minoranza, del nostro Parlamento regionale.

Le 16 leggi approvate nel corso dell’anno hanno riguardato diverse materie fra le quali rientrano i provvedimenti nei settori dei servizi sociali, per l’urbanistica e l’edilizia, per le attività produttive e il commercio, per i beni e le attività culturali e le politiche comunitarie.

Fra le leggi approvate meritano una citazione particolare, per l’impatto nel sistema autonomistico, la legge 13 sulla disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione; l’approvazione della legge ha introdotto delle novità normative di contenuto strategico e di fondamentale importanza nell’ambito dell’attuazione della politica comunitaria.

Particolare importanza riveste la legge 16, recante disposizioni relative al patto di stabilità territoriale per venire incontro ai moltissimi comuni e alle province che non si trovano nelle condizioni oggettive di rispettare la rigidità delle norme che accompagnano i vincoli del Patto di stabilità.

Mentre nel settore degli interventi sociali riveste notevole rilievo la legge 6 in materia di provvedimenti a favore di persone portatrici di handicap grave per fornire un concreto sostegno a quanti vivono una condizione marginale e di obiettiva difficoltà e ai loro familiari.

Per il settore produttivo sono da sottolineare le misure adottate nella legge 15 che contiene disposizioni in materia di Agricoltura per fornire una prima risposta alle esigenze di un settore produttivo storico, da diversi anni attanagliato da una profonda crisi.

Da segnalare, inoltre, la legge 14 in materia di assestamento di bilancio del 2010, adottata nelle prima decade di agosto.

 Le leggi approvate sono scaturite per la maggior parte da iniziative consiliari, invertendo in tal mondo una tendenza consolidata che vedeva nell’esecutivo l’organo proponente del maggior numero di leggi.

Rispetto alla precedente legislatura e allo scorso anno, nel 2010 si è avuto un incremento di atti del sindacato ispettivo, soprattutto riguardo la discussione di Mozioni, con richiesta di convocazione urgente dell’Aula, che hanno impegnato il Consiglio regionale per diverse sedute.

 

L’aumentato svolgimento di Mozioni e Ordini del Giorno si è di fatto tradotto in una minore incidenza di tempo da dedicare all’esame, discussione e approvazione delle proposte e dei disegni di legge di iniziativa dei consiglieri e della giunta regionale.

Anche su questo aspetto va rilevato in positivo come nella predisposizione degli ordini del giorno seguenti alla illustrazione e discussione delle Mozioni, su argomenti che rivestivano un vasto trasversale interesse generale, tutte le componenti politiche hanno lavorato privilegiando, laddove possibile, una sintesi unitaria, o perlomeno attenuando divisioni e spaccature.

L’Ordine del Giorno approvato lo scorso 22 dicembre 2010, sull’attuazione dell’articolo 8 relativamente alle entrate della Regione costituisce l’esempio più lampante di questa volontà volta a favorire un fertile terreno di incontro e di confronto costruttivo al di sopra di ogni possibile faziosità di parte.

Certo non sono mancate le differenziazioni sulle questioni più squisitamente politiche o di merito, ma sempre è prevalsa la ricerca del bene comune sui temi di vitale importanza per la difesa degli interessi generali del Popolo sardo.

Un  atteggiamento  di grande responsabilità che con piacere va sottolineato e che conferma i buoni auspici forieri di un  positivo clima, presente già dalla fase di avvio del cammino della legislatura in corso, volto a inaugurare una nuova stagione politica fondata sul dialogo e nella quale si  subordini qualsiasi interesse politico all’interesse primario della Sardegna.

 

Un comune sentire che ebbe il suo momento apicale con l’Assemblea straordinaria degli stati generali tenuta in Consiglio nel luglio del 2009 per scongiurare la chiusura dello stabilimento Chimico di Porto Torres.

Con identico spirito unitario nell’ottobre 2010 il Consiglio Regionale ha ospitato un’altra seduta straordinaria per sentire i rappresentanti del sistema socio-economico e culturale sardo sul tema particolarmente sentito della Riforma della nostra istituzione autonomistica e della Carta costituzionale dei sardi.

Su questo processo di riforme, al quale tutto il corpo consiliare riconosce valenza strategica per delineare un Nuovo Modello di Sviluppo e ammodernare l’Amministrazione regionale e renderla più efficace e efficiente, c’è da registrare un risultato di tutto rilievo che si pone come l’atto più qualificante della gestione di questo anno politico.

Infatti, l’Ordine del Giorno unitario del 18 novembre scorso ha fissato un punto di chiarezza sul discorso delle riforme, affidando alla Prima Commissione Autonomia il compito di tracciare un percorso costituzionale e di individuare le tematiche da introdurre nel corpo delle norme che andranno a formare il Nuovo Statuto di Autonomia dei sardi.

Il Consiglio Regionale si è confermato in questo modo il centro motore di tutte le iniziative volte alla redazione del testo di un nuovo Statuto. E ciò non solo ai fini dell’approvazione finale, ma assolvendo appieno a compiti di indirizzo e coordinamento delle iniziative da adottare favorendo la massima partecipazione di tutte le componenti della società sarda per renderle parte attiva di questo processo in essere.

La costruzione di un nuovo modo di intendere e vivere la nostra autonomia speciale avviene dunque portando a maturazione un ragionamento che vede lo Statuto non come una reliquia, ma come un processo storico in continuo divenire con ragionamenti giuridici adeguati alla modernità e alle necessità che i mutamenti della storia richiedono.

Tutto però dovrà avvenire nell’assoluto rispetto dei valori identitari e dei principi che sono a fondamento della comunione di storia, cultura, usi, costumi e tradizioni che formano la nostra nazionalità per inserirla più adeguatamente nelle cornici costituzionali italiana ed europea.

Il Consiglio Regionale, in quanto Assemblea di massima rappresentanza che incarna la sovranità popolare, deve e vuole apparire il garante dell’essere Popolo e Nazione dei sardi e della assoluta imprescrittibilità dei diritti storici che derivano da questo nostro status. Su queste profonde convinzioni si impernia il ruolo e la funzione che il Consiglio vuole assolvere nel percorso costituente delle Riforme. Red-com