Il 7 dicembre 2012, 16 ragazzi provenienti da Mali e Costa d’Avorio ospitati dall’agosto
I ragazzi hanno frequentato per oltre un anno un corso di lingua italiana tenuto da alcune docenti volontarie presso la Caritas Diocesana Arborense e dal mese di ottobre fino alla data dell’esame hanno seguito le lezioni di preparazione e simulazione alla prova, tenute dalla prof.ssa Marina Serra del Centro Territoriale Permanente di Oristano. La Caritas coglie l’occasione per ringraziare la Prof.ssa Serra per la sua disponibilità e per sottolineare che l’esame di lingua italiana è solo un primo passo verso l’integrazione e verso un futuro progetto di vita per i ragazzi.
Tutti giovanissimi, sono fuggiti dal proprio Paese e si sono diretti in Libia in cerca di fortuna, di lavoro e di una vita migliore. Ma la guerra li ha colti di sorpresa e, costretti ad imbarcarsi sono approdati sulle coste di Lampedusa nell’agosto 2011. Al loro arrivo in Italia sono stati inseriti, come migliaia di altri, all’interno del programma della Protezione Civile denominato “Emergenza Nord Africa” e destinati alla nostra provincia nell’attesa che la loro domanda di protezione internazionale venisse esaminata dalla commissione competente. Nel settembre 2012, 12 di loro hanno ricevuto la protezione sussidiaria (che dà loro diritto ad un permesso di soggiorno della durata di 3 anni, rinnovabile) mentre a 4 di loro è stato riconosciuto lo status di rifugiato (che dà diritto ad un permesso di soggiorno della durata di 5 anni e ad una condizione giuridica che li equipara ad un cittadino italiano). Pur essendo in possesso di un regolare permesso di soggiorno, nessuno di loro ha ancora trovato un lavoro, a causa dell’isolamento in cui si sono trovati e delle crescenti difficoltà economiche in cui versa la nostra Regione. La situazione si fa drammatica se si pensa che il programma della Protezione Civile si chiuderà il 31 dicembre 2012 e, a partire dal 1 gennaio 2013, i ragazzi perderanno il diritto di alloggiare presso l’agriturismo, ritrovandosi, in pieno inverno, senza un tetto e senza un lavoro.
La direttrice e tutti i volontari Caritas Diocesana desiderano fare un appello a quanti – comuni cittadini o rappresentanti delle istituzioni - ritengano di poter collaborare al fine di trovare una sistemazione abitativa e/o lavorativa per i ragazzi.
In un momento di crisi profonda come quello che tutti stiamo vivendo, non c’è occasione migliore di dimostrare la nostra sensibilità e generosità verso chi è meno fortunato di noi e si trova solo in terra straniera. Com-red