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Chiarezza sulla gestione del Consorzio latte: per ora conta solo debiti e pochi lavoratori

Un nuovo incontro sul Consorzio latte di Macomer. Durante il vertice di questa mattina, convocato dall'assessorato all'Agricoltura, Copagri Sardegna ha sottolineato come sia «indispensabile il rilancio e il recupero della struttura pubblica per affidarla a un'eventuale aggregazione tra caseifici sociali, partecipata dalla Sfirs, come prospettato dalle organizzazioni professionali agricole, in presenza di un credibile piano industriale», ha detto il coordinatore regionale di Copagri Sardegna, Pietro Tandeddu. Il progetto originario era infatti «condivisibile visto che tendeva a integrare le diverse fasi della filiera. Purtroppo dal progetto è stata poi esclusa la produzione – e non sappiamo il perché – senza alcuna ricaduta positiva sulla produzione primaria, né diretta, né indiretta, visti i valori di remunerazione del latte».

Il piano è stato poi rimodulato (con delibera CIPE del 22 marzo 2006) e ha ottenuto un impegno finanziario di 51.800.890 milioni di euro,di cui 12.328.615 a carico della Regione (a fronte di investimenti per 26 iniziative, pari a 99.537.299 milioni di euro. In origine, il piano prevedeva l’assorbimento di 304, 2 unità lavorative ma a fine 2011 risultavano in carico 17,8 dipendenti di cui 12 in cassa integrazione. «Sarebbe quindi opportuno», aggiunge Tandeddu, «conoscere qual è lo stato di attuazione degli investimenti con particolare riferimento a quelli immateriali e per i quali è stata richiesta una proroga al 31 dicembre 2013, nonché conoscere gli elaborati prodotti in materia di marketing, controllo qualità e attività di ricerca».

Secondo l'ultimo bilancio ( al 31 dicembre 2011) l'ente vanta debiti per oltre 7 milioni di euro con una perdita di 850.844 euro che si aggiunge a quella dell’anno precedente di 1.103.133. A fronte di un  valore della produzione di poco più di 800.000 euro, si registrano costi per circa 1.500.000 euro: dati che spaventerebbero chiunque, specie considerando che non è ipotizzabile alcun intervento pubblico. Emerge, quindi, che il valore della produzione è dato dai  servizi  richiesti da soli 4 soci (porzionatura, grattugiato, formaggi fusi, stoccaggio, salagione), dato che indica la scarsa fiducia che gli stessi soci ripongono nell’azienda.

Durante l'incontro, inoltre, Copagri ha chiesto come mai «il Consorzio latte abbia concesso a titolo oneroso alla ditta “Fratelli Forma” parte del fabbricato ottenuto in comodato d’uso gratuito dalla Regione, in spregio delle norme di legge, a meno che non dimostri di aver ottenuto l’autorizzazione della Regione». Senza l'autorizzazione, la Regione dovrebbe agire di conseguenza. «Copagri ha ben presente lo stato di precarietà dei lavoratori, ma la loro tutela non può che avvenire nella totale chiarezza e trasparenza, in presenza di effettive prospettive di utilizzo di una struttura che è nata per il consolidamento e sviluppo del comparto lattiero-caseario, e  che non si vorrebbe si aggiungesse alle altre cattedrali nel deserto», ha concluso Tandeddu. Com

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