"Mi impegnerò perché Renzi non vinca". È quanto ha promesso il giorno dopo il primo turno delle primarie del centrosinistra, Nichi Vendola ai suoi elettori, tracciando un ideale paragone tra il sindaco di Firenze e l'Udc, "interpreti della politica di conservazione che strangola l'Europa".
"Nessuno poteva aspettarsi un appoggio (che tutti chiamano ora, per moda, endorsement, disconoscendo così i sinonimi della nostra bella lingua) per il sindaco di Firenze, a cominciare dallo stesso Renzi", ha aggiunto Vendola, che poi ha detto che l'appoggio di Sel a Pier Luigi Bersani al ballottaggio "non è scontato". Vendola manda una "lettera senza inchiostro" al leader Pd e gli chiede di far "sentire profumo di sinistra".
Poco dopo, a Piacenza, Pierluigi Bersani ha ringraziato i volontari che in queste ore hanno consentito lo svolgimento delle primarie, un evento che "rimette in moto la politica italiana".
"Insisteremo nella chiave della partecipazione e dell'apertura", ha aggiunto Bersani, visibilmente soddisfatto "Come segretario del Pd, perché questa cosa l'ho voluta con una scelta forte, con l'unico cambio di statuto dalla nascita del Pd e con la scelta del ballottaggio". "Il cambiamento non lo si fa a chiacchiere, bisogna che avvenga su dei fatti, accettando delle sfide: e questa sarà la chiave di quello che dirò prima e dopo il ballottaggio".
Bersani ha sottolineato l'elevata partecipazione popolare alle primarie nelle città e al Sud: "Penso che da lunedì prossimo saremo in condizione di affrontare le elezioni".
Con Vendola abbiamo lavorato a lungo per costruire la Carta dell'Italia bene comune, che dice alcune chiare sulle responsabilità reciproche quando ci toccherà di governare. Non stiamo aprendo tavoli e tavolini: ci sono evidenti punti di assonanza e convergenza, dalla scuola alla centralità del lavoro, alla parità di genere. Cose precise su cui c'è assonanza, qui si parla di politica, non di altro".
Quanto a Monti, per Bersani "una personalità come quella di Monti penso che sia meglio che sia fuori dalla mischia, dopodiché diritti politici e civili li hanno tutti". "Monti è personalità che può essere utile al Pese, che non credo possa tornare alla Bocconi, anche se non voglio prenotare impegni, ne parleremo con lui". Bersani ha sottolineato la personale dissonanza dalla lettura montiana di una crisi il cui peggio è ormai alle spalle: "Ho visto in giro molto sofferenza in questi giorni, ci attendono mesi difficili".
Nichi Vendola si è impegnato a "non farmi vincere: questo non significa che il travaso dei suoi voti vada tutto su Bersani", commenta in serata Matteo Renzi da Firenze. Anche perché "l'elettore di Vendola cerca il cambiamento ed è naturale che voglia una profonda rottura nel gruppo dirigente del centrosinistra, piuttosto che i soliti noti".
“È già passata la gioia di ieri sera, ora siamo convinti di potercela fare", ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi. "Dopo qualche ora di analisi del voto, la soddisfazione è grande. Siamo assaliti da una grande gioia, per il ballottaggio potremmo riuscire a fare quello che a qualcuno sembrava impossibile. La grande imprese del cambiamento può accadere". Renzi ha anche detto di essere "convinto che i dibattiti tv possono spostare voti".
La "squadra" è certamente la stessa, ma nel Pd si può senz'altro dire "noi" e "loro" perché "non è che uno vale l'altro" ha detto ancora Renzi in conferenza stampa, replicando a Pier Luigi Bersani che lo ha rimproverato di dire "noi" e "loro" quando parla dei sui avversari alle primarie nel Pd. Ha spiegato Renzi: "C'è un noi e un loro dentro il Pd, stiamo tutti nel centrosinistra, ma se vince Pier Luigi Bersani non è la stessa cosa che se vinciamo noi. Non è che l'uno vale l'altro. La squadra è la stessa, figuriamoci se metto in discussione la squadra, ma l'allenatore può fare il catenaccio o giocare a zona".
Silvio Berlusconi "non so quant'è esperto di sincerità, sicuramente non lo è di socialdemocrazia", ha ironizzato infine Renzi, commentando il giudizio dato dall'ex premier sul candidato alle primarie del centrosinistra, l'unico a suo giudizio a poter garantire una svolta socialdemocratica alla sinistra italiana.