Indietro tutta. Il Fondo monetario internazionale ora boccia le politiche di
austerity dei governi europei e chiede più misure per la crescita. Lo fa con lo charme e la grinta del suo direttore Christine Lagarde che da Tokyo dice chiaro che alla Grecia devono essere concessi due anni in più per portare a termine il programma di riduzione del deficit.
Scontato, vista la situazione di in un Paese che nel 2013 entrerà nel sesto esercizio consecutivo di recessione? Non proprio, viste le posizioni assunte negli anni scorsi dallo stesso Fmi nei rapporti con la Grecia e l'attuale, delicatissima fase, che vede Atene chiedere alla Troika (di cui assieme a Ue e Bce fa parte proprio l'Fmi) di allentare la pressione sul governo affinché alle misure di austerity possano essere affiancati provvedimenti per la crescita.
Ma le critiche della Lagarde non si fermano qui e investono non solo la politica dell'Eurozona verso la Grecia ma anche le misure di consolidamento fiscale intraprese da numerosi governi, Germania inclusa. Il World Economic Outlook dell'organizzazione, infatti, segnala che le previsioni dei governi europei sull'impatto delle misure di austerity sulla crescita sono troppo ottimistiche. Di conseguenza, occorrerebbe evitare il varo di nuovi tagli o di nuove tasse quando rischiano di indebolire le prospettive di crescita.
"La storia - ha notato Lagarde - ci insegna chiaramente una lezione: è incredibilmente difficile ridurre il debito pubblico senza la crescita. Con un debito alto, invece, è più difficile avere la crescita, per cui dobbiamo muoverci su un sentiero molto stretto". "Si tratta probabilmente - ha concluso la direttrice del Fmi - di una strada molto lunga e sembra che non esistano scorciatoie. E' una strada che dobbiamo percorrere".
Per la Germania, il 'nuovo corso' del Fmi è totalmente indigesto. E il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, nel corso di un dibattito a Tokyo proprio con la Lagarde, non nasconde una certa irritazione. Ma come, è il ragionamento tedesco, proprio il Fmi, che per anni ha propugnato la necessità di rimettere a posto prima i conti pubblici, ora ci viene a dire che la linea del rigore non funziona? "Non ci sono
alternative alla riduzione nel medio termine dei debiti troppo elevati di alcuni stati e dell'eurozona nel suo complesso - dice Schauble - Certo con la moneta unica la pressione sulla competitività è molto forte per tutti i paesi", ma questo non è un motivo per rinunciare alla riduzione del disavanzo perché la disoccupazione è il risultato di "politiche fiscali non solide". Rinunciare a questo obiettivo "creerebbe confusione, non fiducia", ha concluso. Tradotto: Lagarde e il Fmi non diminuiscano ora la pressione sulla Grecia perché dietro ci sono clienti ben più pericolosi per la stabilità dell'eurozona, Spagna e Italia.
"Senza la crescita, il futuro dell'economia globale è in pericolo", è il dato di partenza della Lagarde. "La priorità assoluta - ha affermato Lagarde - è chiaramente quella di superare la crisi e ristabilire la crescita, soprattutto per porre fine al flagello della disoccupazione". Secondo la direttrice del Fmi, "ci sono tre punti fondamentali per il futuro dell'economia globale: superare la crisi, migliorare il sistema finanziario e costruire un nuovo tipo di crescita". "Conosciamo bene - ha detto Lagarde - il pacchetto di misure che serve per ottenerlo: una politica monetaria accomodante; il ritmo giusto di risanamento dei conti pubblici, che fa attenzione a non indebolire la crescita, ma prevede piani solidi e realistici mirati a ridurre il debito a medio termine; fare ordine nel sistema bancario e adottare riforme strutturali per stimolare la produttivita e la crescita".
Proseguiranno anche oggi le trattative tra il ministro delle Finanze greco, Yannis Stournaras, e i rappresentanti della troika - i tedeschi Matthias Mors (Ue) e Claus Mazuch (Bce) ed il danese Poul Tomsen (Fmi) - per raggiungere un'intesa definitiva sul pacchetto dei tagli al bilancio per il biennio 2013-2014 prima del Vertice europeo in calendario per il 18 ottobre.
Secondo l'edizione online del settimanale To Vima, che cita fonti vicine al ministero delle Finanze, le due parti sarebbero molto vicine ad un accordo. Il pacchetto delle misure sarà sottoposto all'approvazione dei leader dei tre partiti che fanno parte del governo: il premier Antonis Samaras, leader di Nea Dimokratia (centro-destra), Evangelos Venizelos del Pasok (socialista) e Fotis Kouvelis leader della Sinistra Democratica, i quali secondo i giornali si incontreranno lunedi' prossimo.
Nell'incontro di oggi saranno esaminate le modalità per l'attuazione entro il 18 ottobre delle 89 riforme previste dal Memorandum e considerate dai rappresentanti della troika come la condizione indispensabile per la concessione della nuova tranche di aiuti alla Grecia da 31,5 miliardi di euro.