Agostino Cicalò è il nuovo presidente regionale di Confcommercio Imprese per l’Italia–Sardegna. Nuorese, 49 anni, e attuale presidente di Confcommercio Nuoro e Ogliastra, Cicalò succede a Gavino Sini, che ha portato a termine il delicato percorso di approvazione dello Statuto regionale dell’Organizzazione, conforme alle nuove regole nazionali, e ha provveduto a insediare gli organi sociali che resteranno in carica per il prossimo triennio.
Oltre ad eleggere Agostino Cicalò alla guida della Confcommercio Sardegna - organizzazione che associa circa 17mila imprese del Commercio, Turismo, Servizi, Trasporti, Logistica e Professioni - l’altro ieri l’Assemblea regionale ha eletto anche Giancarlo Deidda, vicepresidente vicario, Nando Faedda e Gavino Sini nella carica di vicepresidenti.
Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da Alberto Annis, Mario Cisci, Mauro Murgia, Maria Rosa Pilloni, Nico Pinna Parpaglia, mentre il Collegio dei Probiviri è composto da: Gianluca Bianco, Raffaele Bistrussu, Marco Frongia, Alberto Marongiu, Nicola Mascia, Diego Lumbau e Piergiuseppe Piano.
Laureato in economia aziendale all’Università Bocconi, Cicalò ha ricoperto in questi anni incarichi di responsabilità, quale presidente e amministratore delegato di diversi esercizi della distribuzione in Sardegna. Cicalò è componente del Consiglio di amministrazione della Sardaleasing e vicepresidente dell’Ailun (Associazione per l’Istituzione della Libera Università Nuorese).
Nel ringraziare i colleghi per la fiducia accordatagli e, in particolare, il predecessore Gavino Sini per l’impegno profuso anche per la riorganizzazione della struttura regionale della Confcommercio, Agostino Cicalò ha sottolineato di avere ben presenti le difficoltà che affliggono l’economia isolana e le imprese dei vari settori della produzione e dei servizi. Il neo presidente di Confcommercio Sardegna si è detto tuttavia fiducioso sul fatto che il gioco di squadra, l’alleanza strategica anche con le altre organizzazioni imprenditoriali e sociali, ed il confronto serrato e costruttivo con il Governo e le istituzioni regionali sulle politiche di sviluppo - e non solo sulle emergenze - potranno costituire un valido supporto per invertire la rotta.