"Stiamo sbagliando tutto. La crisi e i suoi riflessi, sempre più pesanti, per la Sardegna li affrontiamo con appelli quotidiani all'unità, ma nei fatti e nei comportamenti, procediamo in ordine sparso. Ma non e' tempo di scaricare sulla Provvidenza, responsabilità e doveri che sono anche nostri e a cui potremo assolvere meglio, liberandoci dell’individualismo esasperato per fare squadra. Condizione indispensabile per vincere”. Lo sottolinea il leader dell'Uds, Mario Floris, sugli sviluppi delle vertenze industriali aperte nell'isola.
L’assessore delle Riforme sostiene che la difesa dei diritti e delle ragioni della Sardegna sta avvenendo in modo inadeguato alla gravità e complessità dei problemi. “Non possiamo continuare ad assistere a una sfilza quotidiana di dichiarazioni, prese di posizione, commenti e analisi che servono per un richiamo, un boxino, una foto sui giornali o un’apparazione in Tv. Non possiamo continuare a parlare di unire le forze e assistere ai distinguo giornalieri, agli incontri separati, alle iniziative di questo o quel parlamentare o consigliere”.
Per il leader dell’Uds bisogna anche prendere atto che, al di là dei compiti e delle manchevolezze della classe dirigente sarda, le chiavi per aprire certe porte non si trovano in Sardegna, ma sono a Roma e a Bruxelles.
“ E chi puo’ darci una mano – osserva - meglio del presidente del Consiglio Mario Monti, con la sua riconosciuta autorevolezza internazionale? Di fronte a uno Stato che scarica su di noi le sue inefficienze del presente e le scelte sbagliate del passato, serve una grande mobilitazione di popolo ma anche comportamenti adeguati alla drammaticità del momento. I maggiori partiti sardi si raccordino con i loro vertici nazionali che non possono limitarsi a scaricare le responsabilità su un governo da loro voluto e sostenuto. E, soprattutto, prendano atto che le vertenze dell’apparato industriale sardo hanno valenza nazionale ed europea. Perciò gli unici tavoli idonei a trovare soluzioni sono a Palazzo Chigi e a Bruxelles.
Invitiamo i leader dei maggiori partiti nazionali, Alfano, Bersani, Casini, a venire, insieme col presidente Monti, in aereo o con un traghetto della flotta sarda, nell’isola, come ha fatto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per toccare con mano il senso di profondo disagio, ma non di rassegnazione, dei nostri lavoratori e delle nostre comunità". Com