"Risanare la politica si può se lo si vuole fare". Ne è convinto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nel suo intervento alla cerimonia di apertura dell'anno scolastico ha rivolto un duro richiamo sulla legalità riferendosi a recenti fatti di cronaca e ha nuovamente invitato a "risanare in profondità la politica" per contrastare l'antipolitica. Le sorti dell'Italia sono legate a quelle dell'Europa" aggiunge Napolitano, Il capo dello Stato ha ricordato come sia necessario "anche nel mondo della scuola rafforzare la fiducia nell'Europa e nell'impegno comune per renderla più democratica e più forte".
Il "disprezzo per la legalita"' e quei "fenomeni di corruzione inimmaginabili e vergognosi non sono accettabili per i cittadini onesti" afferma il presidente della repubblica "tra i valori che la scuola ha cercato di promuovere con costanza e impegno in questi anni - dice Napolitano - spicca il valore della legalità. Purtroppo anche di recente - nota il capo dello stato con evidente riferimento agli ultimi scandali che hanno interessato il mondo politico - la cronaca ci ha rivelato come nel disprezzo per la legalità si moltiplichino malversazioni e fenomeni di corruzione inimmaginabili, vergognosi". Per il presidente della repubblica "non è questo accettabile per persone sensibili al bene comune, per cittadini onesti, ne' per chi voglia avviare un'impresa".
Napolitano sostiene che "chi si preoccupa oggi giustamente per l'antipolitica deve saper risanare in profondita' la politica. E - ne è convinto il capo dello stato - risanare la politica, se lo si vuole fare, si può".
Ma la legalità, sono ancora parole di Napolitano, "si deve praticare a tutti i livelli, e dunque anche nel nostro piccolo mondo quotidiano. E nella vita scolastica - dice rivolto agli studenti e agli insegnanti radunati nel cortile d'onore del Quirinale per l'inaugurazione dell'anno scolastico - legalità vuol dire rispetto delle sue regole, rispetto dei compagni, specie di quelli piu' deboli, e soprattutto, vorrei sottolinearlo, rispetto degli insegnanti, che sono il cuore pulsante della scuola. E guai a indebolirlo".