Due ore di astensione dal lavoro, mobilitazione fino a mezzogiorno anche sulla statale Appia in prossimità dello stabilimento siderurgico. E' la nuova fase della protesta indetta da Fim Cisl e Uilm per scongiurare la chiusura dell'Ilva di Taranto dopo il provvedimento di sequestro.
La Fiom Cgil non aderisce allo sciopero ritenendo ingiusto protestare contro la magistratura. La protesta di oggi coinvolge il "cuore" dello stabilimento, ovvero gli altoforni e l'acciaieria che costituiscono l'area a caldo messa sotto sequestro dal gip Patrizia Todisco con un'ordinanza firmata lo scorso 25 luglio, e l'area della laminazione, da dove escono i prodotti finiti
Domani saranno a Taranto in Prefettura i ministri dello Sviluppo economico, CorradoPassera, e dell'Ambiente,Corrado Clini, che in Prefettura a partire dalle 11.30 incontreranno i rappresentanti della Regione Puglia, delle amministrazioni locali di Taranto e dell'Autorità portuale.
Il questore di Taranto, Enzo Mangini, ha disposto il divieto di svolgimento di manifestazioni "sotto la prefettura e nelle relative adiacenze" in occasione del vertice istituzionale programmato per domani sulla vertenza Ilva, a cui parteciperanno i ministri Clini e Passera. L'incontro si terra' in Prefettura a partire dalle 11.30. Per per l'intera giornata sarà vietato il transito e la sosta dei veicoli nei pressi del Palazzo del Governo e nelle aree circostanti. Non saranno consentiti neanche cortei.
Le manifestazioni pubbliche gia' preannunciate sono due. Quella che si preannunciava piu' massiccia e' stata promossa dal 'Comitato lavoratori e cittadini liberi e pensanti' e vi hanno aderito molte delle associazioni che da anni si battono a Taranto contro l'inquinamento dell'Ilva (tra le prime Peacelink e 'Donne per Taranto').
Il 'Comitato'preannuncia dalle 8.30 un corteo dietro l'Apecar, che e' gia' divenuto il simbolo della battaglia per "il risveglio di Taranto", fino alla prefettura o alla adiacente piazza Vittoria: una "grande manifestazione pacifica", anche con i bambini, per "dire grazie al gip Todisco" - annunciano i promotori - e per protestare contro il fatto che "per la prima volta ministri della Repubblica italiana saranno a Taranto non per tutelare i diritti dei cittadini e dei lavoratori ma per salvaguardare gli interessi dell'Ilva, continuando a fare pressioni antidemocratiche nei confronti della Magistratura".
Un'altra manifestazione era stata preannunciata da Legambiente: un presidio sotto la prefettura "per dire ai ministri Clini e Passera che Taranto non accettera' colpi di spugna sulla vicenda Ilva ne' che venga calpestata la sua dignita"'.
Da una serie di intercettazioni depositate dalla Guardia di Finanza in Procura - ma in proposito l'inchiesta è ancora in una fase iniziale - emerge che Archinà e Fabio Riva - figlio di Emilio e vice presidente del gruppo Riva - avrebbero fatto pressioni su Regione, Arpa Puglia e organi ministeriali affinche' l'Ilva non venisse penalizzata, i controlli ambientali "ammorbiditi" e gli stessi dati sulle emissioni inquinanti ridimensionati e sfumati.
In particolare, Girolamo Archina', mandato via da Ferrante nei giorni scorsi, e membri della famiglia Riva avrebbero operato per orientare a proprio favore le ispezioni e le relazioni delle pubbliche amministrazioni sul rilascio all'Ilva dell'Autorizzazione integrata ambientale - una vera e propria autorizzazione - concessa all'azienda il 4 agosto dello scorso anno.
Nell'indagine sarebbe anche coinvolto un perito nominato anni addietro dalla Procura come consulente in un'inchiesta sull'inquinamento (il docente universitario Lorenzo Liberti,gia' preside di Ingegneria nella sede di Taranto del Politecnico di Bari). Su questo secondo filone di inchiesta indaga il sostituto procuratore Remo Epifani - mentre l'inchiesta sull'inquinamento è affidata al pool guidato dal procuratore Franco Sebastio - e ci sono quattro persone indagate per concorso in corruzione in atto giudiziari. La Procura ha usato parte di queste intercettazioni nelle due udienze al Tribunale del Riesame di giorni addietro, dove si è discusso del ricorso dell'Ilva contro l'ordinanza del gip Todisco del 25 luglio.
Il deposito di queste intercettazioni è stato fatto dall'accusa per evidenziare come gli indagati andassero confermati agli arresti domiciliari in quanto dotati di un potere condizionante sulle pubbliche amministrazioni.