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A Mosca Pussy Riot condannate a due anni di carcere: colpevoli di “Teppismo a sfondo religioso”.

Il trio punk delle Pussy Riot è stato giudicato colpevole di teppismo motivato da odio religioso. da un tribunale di Mosca.

Secondo il giudice Marina Syrova le tre ragazze della banda punk hanno "pianificato attentamente" l'azione del 21 febbraio nella cattedrale di Cristo Salvatore. In quella occasione chiesero alla Madonna di cacciare dal potere il presidente Vladimir Putin, prima di essere arrestate.

Sostenitori della band russa delle Pussy Riot hanno coperto i volti dei soldati del monumento ai caduti dell'Armata Rossa a Sofia con i cappucci colorati diventati il simbolo della solidarietà alle tre cantanti punk. Una foto della performance, firmata "un gruppo di esseri umani", è stata recapitata all'ambasciata russa in Bulgaria e ai principali media.

Organizzate in tutta Europa manifestazioni di protesta per chiedere il rilascio delle ragazze nel giorno del verdetto del processo alle Pussy Riot, diventate il simbolo del dissenso contro Vladimir Putin dopo aver cantato una 'preghiera punk' critica nei confronti del presidente russo dentro la cattedrale Cristo salvatore di Mosca.

Diverse star internazionali  sono scese in campo per le giovani artiste, tra cui Madonna, Bjork e l'ex Beatle Paul McCartney. Marce di protesta anche in Svezia, Francia e Germania. Le tre componenti del gruppo, Nadezhda Tolokonnikova, 23 anni, Maria Alekhina, 24 anni, e Yekaterina Samutsevich, 29 anni, sono in custodia da cinque mesi. Per loro la procura ha chiesto una pena di tre anni di carcere.

Il caso Pussy Riot, comunque, non ha mutato la fiducia dei russi nel proprio sistema giudiziario: per la maggioranza (44%) il processo contro le partecipanti del gruppo punk sarà "equo, obiettivo e imparziale". Lo rivela oggi un sondaggio dell'autorevole Centro Levada, che ha coinvolto 1600 persone in 45 regioni della Russia. Il 36% degli intervistati ha espresso fiducia che la pena sarà applicata in conformità con le prove di colpevolezza. Il 17% esprime invece dubbi sulla corte, il 18% crede che la sentenza deriverà da un ordine dall'alto. Il 12% dichiara di non aver "mai avuto" fiducia nel sistema giudiziario russo. Più della metà (il 57%) ha seguito il processo. Per uno su tre, l'azione della band nella Cattedrale di Mosca alla vigilia delle elezioni presidenziali in Russia era diretta contro la Chiesa e il suo coinvolgimento in politica, piuttosto che contro Vladimir Putin (13%). Solo l'8% ha definito Putin personalmente come l'iniziatore del processo.

Le imputate rifiutano l'accusa rivendicando una "azione politica", ma si sono scusate in aula per l'offesa arrecata ai credenti. Due delle nove persone presenti in chiesa le hanno perdonate.

"Qualunque sia il verdetto, noi e voi stiamo vincendo,  perchè‚ abbiamo imparato ad essere arrabbiati e a dirlo politicamente", aveva scritto prima della sentenza Nadia Tolokonnikova, 22 anni, considerata mente e "sex symbol" delle Pussy Riot. In un lettera dal carcere per ringraziare i suoi sostenitori - la sesta da lei firmata, diffusa dagli avvocati della difesa e pubblicata nell'originale manoscritto sul sito della radio Eco di Mosca - la Tolokonnikova, in detenzione preventiva dal 15 marzo, esprime sorpresa per la mobilitazione mondiale a sostegno del suo gruppo: "Trovo ancora difficile credere che tutto questo non è un sogno".

"La nostra detenzione - dice - è un segno chiaro e distinto che la libertà è stata sottratta a tutto il paese".

Diverse persone sono state arrestate a Mosca nel distretto di Jamovniki davanti al tribunale in cui e' stata letta la sentenza contro le tre ragazze della band Pussy Riot. Tra gli arrestati c'è anche il coordinatore del Fronte di sinistra, Serghei Udaltsov, che,insieme ad altre centinaia di manifestanti, chiedeva la liberazione delle giovani.