Una piccola fiamma, subito spenta dai pompieri. Una sostanza incendiaria è stata sparsa nella notte sul cancello e sul muro dell'abitazione del senatore del Gruppo Misto, Luigi Lusi, a Genzano (Roma), provocando danni materiali. "Siamo stati svegliati dai carabinieri e dai Vigili del Fuoco -racconta Lusi - mi hanno mostrato una lunghissima traccia di sostanza infiammabile che andava da una parte all'altra del cancello della villa dove ancora abitiamo per pochi giorni. Era sparsa sulla cabina dell'Enel: hanno divelto lo sportello mettendo la sostanza nei fili che entrano nella mia abitazione".
"La sostanza -spiega ancora l'ex tesoriere della Margherita- era sparsa su tutto il cancello e sul muro. I carabinieri hanno fatto i rilievi e hanno trovato una tanica completamente bruciata che era stata lasciata davanti al cancello. I Vigili del Fuoco sono arrivati all'1,30. Noi in casa non ci siamo accorti di niente. Quando sono uscito c'era ancora una fiammella accesa".
"Questa campagna di odio così violenta nei miei confronti trova poi qualcuno che pensa di farsi giustizia da sé, immaginando erroneamente di avere coperture di altro tipo. Mi sembra che la campagna d'odio sia sotto gli occhi di tutti -rimarca Lusi- e non è un caso che questo gesto arrivi stanotte dopo il voto della Giunta e le dichiarazioni che ho letto da parte di qualcuno. Spero che resti un terribile caso isolato, bisogna porre un freno alle follie alle quali stiamo assistendo".
Quanto alla decisione della giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama favorevole al suo arresto, chiesto dai magistrati, Lusi confida sul voto in Aula dove, spiega in un'intervista a 'Repubblica', "non ho mai pensato di non intervenire, sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di tutti i senatori che devono prendere una decisione sulla mia vita".
"Mi dicono che il Pdl non lo chiederà. Vedremo. Se c'è un voto segreto per avere la maggioranza deve essere per forza trasversale. Se mi chiede chi sento più vicino in questo momento - risponde Lusi - entrerei in un discorso troppo lungo che non è il caso di fare". Quanto alla moglie, che è agli arresti domiciliari dal 5 maggio, Lusi dice di essere "incazzato nero. Non c'è uno straccio di motivo per tenerla ai domiciliari. L'unica
ragione identificata dal riesame è il pericolo di fuga. Dopo averla letta i nostri avvocati sono andati a portare i passaporti in procura".
"Mi chiedo come facciano coloro che hanno votato per il mio arresto - conclude Lusi - a sostenere che ci sia pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o reiterazione del reato. E poi davvero Follini sarà il relatore in aula? Questa è un'altra anomalia. Spero che almeno prima mi diano la relazione".