Crescita e rigore: queste le parole chiavi del G8 che si apre oggi a Camp David, negli Usa, e al quale partecipano compatti il premier Monti e gli altri leader Ue Merkel, Hollande e Cameron. Fitch taglia il rating della Grecia a 'CCC', appena sopra il default, mentre Moody's declassa 16 banche spagnole. Madrid chiede aiuto alla Bce.
La Borsa di Tokyo segna un crollo in scia ai timori sulla tenuta di Eurolandia: l'indice Nikkei chiude a -2,99%, cedendo 265,28 punti, a quota 8.611,31.
L'obiettivo del confronto di ieri al telefono durato piu' di un'ora tra Monti, Hollande, Cameron e Merkel, al quale hanno partecipato anche Van Rompuy e Barroso, è chiaro. Dare un segnale di discontinuità, dimostrare la volontà concreta di passare a quella che lo stesso Monti aveva ribattezzato la 'fase due' di Bruxelles: la crescita, senza abbandonare però il rigore. Ed evitare così che il G8 che si apre oggi a Camp David si trasformi in un processo all'impasse di un'Europa che non è stata in grado di reagire alla crisi. E alla quale anche l'Fmi ha chiesto oggi interventi concreti. Il premier italiano, quello britannico, il presidente francese e la cancelliera tedesca, durante una conference call pre-summit, si sono trovati ''in pieno accordo'' sul fatto che crescita e rigore ''non sono in contrasto tra loro'', ma sono ''entrambi necessari'', come si e' affrettato a far sapere il portavoce della Merkel, fino ad ora rimasta irremovibile sulla linea del rigore.
Del resto i mutati equilibri europei dopo l'uscita di scena di Sarkozy, la batosta elettorale che ha colpito la cancelliera e l'arrivo di un acceso sostenitore della necessità di puntare sulla crescita come Hollande, giocano a favore di chi, come Monti, da tempo incalza l'Europa sul fronte dello sviluppo.
Monti poi sul fronte della crescita ha ora un altro, importantissimo, alleato: un Obama in campagna elettorale che vuole allontanare il più possibile lo spettro di un effetto domino della crisi. E che non a caso si e' rivolto proprio al Professore per chiedergli di aprire i lavori della prima sessione del G8 su 'Economic and Global Issues'. Ma che ha anche bacchettato duramente l'Europa, accusandola di non aver fatto abbastanza per frenare l'emorragia.
Per questo è fondamentale che i leader Ue arrivino al G8 uniti e con un progetto concreto, di fronte ad un nuovo crollo delle borse e al caso Grecia, entrata ormai nel pieno dell'emergenza. Con il fondo monetario che incalza l'eurozona ad agire su 4 fronti: rafforzamento dei firewall; sostegno di breve termine alla domanda e il permanere di politiche monetarie accomodanti; riforme nei singoli paesi per facilitare la crescita; un piano chiaro di maggiore integrazione dell'area euro.
Ma la due giorni di Camp David, seguita dal vertice Nato a Chicago, sara' anche l'occasione per un primo confronto con la 'nuova Europa' ridisegnata dalle elezioni. E per un altro scambio di idee tra i leader Ue in vista del vertice straordinario di Bruxelles dedicato proprio alla crescita del 23 maggio. Di certo aumenta la convergenza su molti temi, che fino a qualche mese fa sembravano tabù.
Ieri Cameron è tornato a parlare di eurobond, spiegando che "l'eurozona deve introdurre metodi di governance che creino fiducia'' e che ''si devono aggiungere alla logica di un'unione monetaria delle soluzioni per il sostegno e la responsabilità collettiva''. Come, appunto, gli eurobond. Appena due giorni fa Hollande è tornato a sottolinearne la necessità nel bilaterale con la Merkel a Berlino. E se il tema, in linea con le proposte fatte anche da Monti, non sarebbe stato affrontato nella conference call, lo sarà certamente il 23 maggio.
In un clima rinnovato nel quale il Professore potrà tornare a puntare su una serie di proposte alle quali tiene particolarmente e per le quali non ha mai smesso di lavorare: prima fra tutte la necessità di escludere dal conteggio dei debiti gli investimenti produttivi, ma anche l'impiego dei fondi strutturali inutilizzati.