"L'esito del referendum impone un dibattito sereno e idoneo a dare le risposte richieste dai cittadini sardi". Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci. "A partire da lunedì - ha aggiunto il presidente della Regione - avvierò, prima della discussione in Giunta, un confronto con le forze politiche sulla bozza di disegno di legge riguardante i provvedimenti urgenti conseguenti alla consultazione.
Il dibattito sulle riforme - ha aggiunto il presidente - rappresenta una necessità e il fatto che prenda le mosse da un'espressione diretta della volontà popolare rappresenta un elemento che certamente non indebolisce il dibattito, ma lo alimenta e lo qualifica. E' un'occasione per la politica per fare un passo incontro a una società civile che si è pronunciata e che si aspetta coraggio e coerenza nei comportamenti. Le polemiche di questi giorni non rappresentano un elemento di preoccupazione: sarebbe stato sicuramente peggio se fosse calato il silenzio. E’ importante però che il dibattito sia incanalato in un percorso costruttivo e propositivo.
Sarebbe sbagliato vedere in questo processo - ha aggiunto il presidente della Regione - una sorta di competizione o di rivalità tra territori che non ha ragion d'essere, che non è nelle intenzioni di nessuno e che sicuramente non è in quelle di una Giunta che ha fatto della coesione sociale uno dei suoi obiettivi. La nostra terra non ha bisogno del conflitto tra “opposti egoismi” di fazione, di categoria o di territorio, ma di quell’unità necessaria ad affrontare i nodi storici che per decenni hanno mortificato i diritti e pregiudicato numerose opportunità di sviluppo. Ne' si tratta di compiere una scelta tra politica e anti-politica perché tutto il percorso si basa su meccanismi di carattere democratico. Anzi, le riforme devono essere azione democratica non per eliminare la politica ma per rinnovarla e per renderla funzionale agli interessi, alle aspettative e ai valori della comunità che rappresenta.
Per questo auspico che prevalga la volontà di proseguire il cammino intrapreso con azioni, idee e soluzioni che nascano in Sardegna e che vedano nelle istituzioni regionali i principali promotori del cambiamento, senza attendere provvedimenti e modelli elaborati altrove. Spesso ci troviamo a fronteggiare gli effetti di decisioni assunte in altri luoghi e in altri consessi: oggi abbiamo il diritto-dovere di essere noi a prendere delle decisioni e possiamo farlo con il conforto di una rinnovata coscienza di popolo che va oltre il voto referendario”. Com