Dopo latempesta che si è abbattuta su Bossi e la Lega, che per Maroni ha il sapore diun "terremoto" non solo per il Carroccio, è corsa contro il tempo perregolamentare i partiti per garantire la trasparenza nell'uso delle risorse concui lo Stato ne finanzia l'attività.
Con leamministrative alle porte e il sentimento dell'antipolitica sempre in agguato,il tema diventa centrale nel dibattito politico nonostante lo stop dellevacanze pasquali. Anche se le ricette proposte dagli schieramenti appaiono inordine sparso.
Adammettere comunque urgenza e serietà della questione è lo stesso presidente delConsiglio, Mario Monti che, pur non volendo distogliere l'attenzione dalla suamissione al contingente italiano in Libano spiega come "il tema siaimportante" tanto da far "riflettere il governo" che poi prenderà"le sue posizioni". Pochissime parole che però confermano come apalazzo Chigi, specie dopo il fortissimo richiamo del presidente Napolitano, iltema sia tenuto in alta considerazione.
Tantoche a sera il Guardasigilli Paola Severino si dice pronta ad intervenirefornendo il proprio contributo tecnico, "non appena il Parlamento e ipresidenti di Camera e Senato lo richiederanno". Interpellata sul punto,il ministro indica due possibilità: inserire una norma nel ddl anticorruzione opredisporre un provvedimento ad hoc, che "potrebbe anche assumere la formadel decreto legge".
Provvedimentoche Pier Ferdinando Casini traduce in un decreto legge. Ma il Pdl, conCicchitto, pur auspicando una legge "penetrante", dice no ad unprovvedimento che, a termini di Costituzione, va emanato dall'Esecutivo per farfronte immediatamente a situazioni di eccezionalità ed urgenza. Anche se,sostiene Quagliariello, "immediatamente dopo Pasqua, insieme alla riformadello Stato e della legge elettorale, i partiti dovranno dimostrarsi in gradodi riformare se stessi adeguando il proprio status giuridico alla importantefunzione pubblica che ricoprono, con tutto ciò che ne consegue". Perché,rileva, i partiti hanno solo due opzioni: "autoriformarsi o soccomberesotto una marea che li travolgerebbe tutti, indipendentemente dalla correttezzadell'operato e dei bilanci di ciascuno".
DalPdl, poi, arriva la richiesta a puntare i riflettori non solo sul finanziamentodei partiti ma anche dei sindacati.
Sebisogna far presto, al di la di Casini che chiede il decreto legge, c'è chi,come Lauro del Pdl, vuole una commissione parlamentare di inchiesta sulle spesedei partiti, mentre da Fli Briguglio lancia un guanto di sfida alle forzepolitiche: una legge-lampo di riforma dei partiti, incluso il finanziamentopubblico, da approvare solo in commissione in sede legislativa dando attuazioneall'articolo 49 della Costituzione.
DiPietro insiste invece per il referendum che cancelli il finanziamento pubblico,per il quale l'Idv raccoglierà le firme. "L'unica via per cambiare le cose- sostiene l'ex Pm - e' che i cittadini lo facciano da soli".
Anche il Pd reclama un cambio di passo. Bersani annuncia di aver chiesto adAlfano e Casini di trovare il minimo comun denominatore tra le proposte."Bisogna cominciare dalla certificazione dei bilanci, dalla loropubblicazione su internet, dall'abbassamento a 5mila euro per le donazioni percui non è necessaria una dichiarazione", sostiene, sottolineando vaprivilegiata l'urgenza e si deve dare un segno che cominciamo a fare sulserio". Perché, puntualizza Ignazio Marino, "la situazione ormai ècompromessa, ed una riforma dei partiti, della loro organizzazione interna edelle modalità del loro finanziamento è ormai urgente e non piùrinviabile".