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Delitto di via Poma – Busco assolto per non aver commesso il fatto: “Da oggi ricomincio a vivere”

RanieroBusco è stato assolto con la formula "per non avere commesso ilfatto". Il collegio presieduto da Renato D'Andria, nel riformare lasentenza di primo grado, ha comunicato che depositerà le motivazioni in 90giorni. Fuori dall'aula Busco è assediato da giornalisti, amici, parenti.Accanto a lui la moglie.

"Daoggi ricomincio a vivere. Quando è uscita la Corte, in un attimo, ho rivistotutta la mia vita". Così Raniero Busco, sulla sentenza che lo assolvedall'accusa di omicidio di Simonetta Cesaroni, morta il 7 agosto del 1990 invia Poma a Roma.

Busco haaccolto in lacrime la sentenza di assoluzione. Poi ha abbracciato il fratello el'avvocato Franco Coppi. Applausi in aula da parte degli amici.

Laaccusa era di aver ucciso l'ex fidanzata Simonetta Cesaroni, massacratacon 29 coltellate il 7 agosto 1990.

"Cisiamo battuti allo stremo -ha sottolineato l'avvocato Franco Coppi, uno dei duelegali di Raniero Busco- fa onore alla giustizia italiana questa decisioneperché il nostro sistema prevede la correzione degli errori. Busco piangeva,era molto commosso. Sono soddisfatto perché si é arrivati all'assoluzione di unapersona estranea ai fatti".

RanieroBusco ha lasciato il palazzo della corte di appello uscendo da una viasecondaria a bordo di un Suv condotto da un amico. Ancora in lacrime, l'exfidanzato di Simonetta Cesaroni, ha salutato conoscenti e giornalisti assiepatifuori dal cancello.

Laricostruzione - L'assoluzione di Raniero Busco era attesa, perché nelcondannarlo non sono state tenute in considerazione tutte le prove ma si e'data un'importanza esagerata al solo Dna. Lo afferma il medico legale AngeloFiori, uno dei periti all'epoca del delitto. "Questa sentenza sottolineacome non si possa usare solo il Dna nei processi, ma vadano prese inconsiderazione tutte le prove", afferma Fiori a margine di una conferenzasulla genetica forense organizzata dall'università Cattolica di Roma.

"Giàall'epoca - prosegue Fiori - era emerso che il sangue trovato sulla porta eraincompatibile con il gruppo di Busco, e questo secondo me gia' bastava a nonincluderlo nei sospettati. Ci si e' basati invece solo sul Dna trovata sulpresunto morso sul seno, ma senza tenere conto del fatto che c'erano quelli ditre persone, e non solo di Busco". 

D'accordo con l'analisi anche Vincenzo Pascali, organizzatore del convegno, cheè stato uno dei consulenti della Procura di Roma: "C'è stata una mancanzadi lucidità nella valutazione delle prove - afferma - la sentenza è dovuta alfatto che si sono considerate conclusive delle evidenze che invece non loerano".

"IlDna ha potenzialità enormi, ma anche dei punti deboli, soprattutto quando sianalizzano tracce di materiale genetico - spiega Loredana Buscemi, Segretariadell'associazione dei genetisti forensi italiani (Gefi) - bisogna avere ilcoraggio di ammettere che la prova non è conclusiva, o considerare tutti irisultati e non solo quelli che favoriscono l'una o l'altra teoria".

Lacrimee gioia dopo 5 anni
Cinque anni di attesa, 31 udienze in due gradi di giudizio, una perizia superpartes: per i giudici della corte d'Assise d'appello di Roma, Raniero Busconon è l'assassino di Simonetta Cesaroni, uccisa il 7 agosto 1990 con 29coltellate in via Poma, a Roma. 

L'exfidanzato della vittima si è ritrovato coinvolto nell'inchiestadiciassette anni dopo il delitto: una perizia sul corpetto della ragazza avevainfatti rilevato tracce del suo dna. 

Lastoria giudiziaria di Busco inizia nel 2007: quattro anni dopo, il 26 gennaio2011, la terza corte d'Assise lo condanna a 24 anni di reclusione. 

Nelprocesso d'appello, una super perizia, voluta dalla corte, ribalta le prove acariche dell'imputato e lo scagiona per non aver commesso il fatto.

Oggi,nel tribunale di piazzale Clodio, è stato il giorno dell'attesa. Giaccagrigia, camicia bianca e pantaloni neri, Busco si è presentato alle 8 incompagnia della moglie, Roberta, e del fratello Paolo.

Seduti tra i banchi della difesa, dietro Busco, gli amici di sempre. Dopo lerepliche e le controrepliche di accusa, parte civile e difesa, la cortesi è riunita in camera di consiglio alle 11. Due ore e mezza d'attesa, chel'ex fidanzato di Simonetta ha trascorso al bar del tribunale, protetto daifamiliari dall'assalto di fotografi e giornalisti.

Alle13.30 Busco rientra in aula: la corte fa il suo ingresso per pronunciare lasentenza e l'imputato stringe la mano della moglie, da un lato, e del fratellodall'altra. Affianco a loro gli avvocati difensori, Franco Coppi e Paolo Loria.Quando il presidente della corte, Lucio D'Andria, cita l'articolo 530 delcodice di procedura penale (assoluzione per non aver commesso il fatto), lamoglie di Busco stringe più forte la mano di Raniero, che però rimane ancoraimpassibile.

Pochisecondi dopo, la frase "assolve Raniero Busco dal reato ascrittogli pernon aver commesso il fatto", l'imputato scoppia in lacrime. Poil'abbraccio con la moglie e il fratello e quello con gli avvocati. In aulaesplodono urla di gioia e applausi scroscianti: "Giustizia è statafatta", "Forza Raniero". Cameramen, fotografi e giornalisticercano di strappare una prima dichiarazione, ma Busco e i familiari guadagnanoil corridoio e si rifugiano in uno sgabuzzino. Gli amici, fuori piangono.Busco è un uomo libero, il delitto di via Poma ancora irrisolto.