Pare del tutto insoddisfacente la risposta fornita daivertici di E.On alle reiterate richieste formulate da questo territorio per ilrispetto degli impegni presi, che vanno nella direzione di un processo dirilancio e di sviluppo dell'attività della centrale di Fiumesanto.Contrariamente alle attese prodotte dai buoni propositi che hanno animato ilrecente incontro avuto dai rappresentanti istituzionali degli enti dellacommissione di vigilanza per la centrale E.On di Fiumesanto – il presidentedella Provincia, Alessandra Giudici, il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, eil sindaco di Porto Torres, Beniamino Scarpa – con il presidente di E.OnItalia, Miguel Antoñanzas, il direttore generale per lo sviluppo territorialedella stessa società, Paolo Venerucci, e l'amministratore delegato di E.OnProduzione, Salvatore Signoriello, i tre amministratori locali giudicano inmaniera assai severa lo stringatissimo documento che gli stessi Venerucci eSignoriello hanno sottoscritto e inviato.
Lungi dall'essere esaurienti e condivisibili, le due paginein cui è riassunta la posizione ufficiale di E.On rispetto a ogni questioneposta sul tavolo dai rappresentanti del territorio appaiono ben poca cosa, sianella forma che nella sostanza. I vertici italiani della multinazionaledell'energia si limitano infatti a confermare, senza neanche troppi giri diparole, che E.On non intende rispettare gli accordi sottoscritti negli anni eaggiornati di continuo in un'ottica di proficua e utile collaborazione. Cosìvengono meno le ragioni degli investimenti corollari, che al contrario E.Onconferma ma che avrebbero avuto senso solo se inseriti in un progetto piùampio, basato anzitutto sulla realizzazione dell'investimento principale, ossiaquello per la costruzione del nuovo gruppo a carbone.
Inaccettabile pare poi il tentativo di individuare l'originedelle proprie scelte solo ed esclusivamente nelle condizioni del mercato,descritte come un fenomeno ineludibile altrimenti. Ma è inaccettabile anche lavolontà di scaricare su altri ogni responsabilità per il fatto che l'area dellacentrale debba essere bonificata, dimenticando di aver ottenuto dal Ministerodell'Ambiente una proroga dell'iter autorizzativo per la costruzione dellasuddetta centrale a carbone proprio in ragione di tale necessità di intervenirecon un'opera di bonifica. Ancora più inaccettabile risulta infine laspiegazione addotta per giustificare gli esuberi e gli imminenti tagli. Sebbenea questi due termini non si faccia mai ricorso apertamente, è grave parlare diuna generale necessità di efficientamento attraverso "migliori pratiche" checonsentano all'azienda di stare alla pari con i propri "competitors",giustificando con generiche "aspettative di successo futuro" quello che accadràa breve a danno dei lavoratori e di tutto il territorio.
Gli amministratori locali si appellano ancora una volta atutti i livelli istituzionali già interpellati in più circostanze – dalla Regioneal Ministero dello Sviluppo economico e allo stesso presidente del Consigliodei Ministri – affinché intervengano con ogni mezzo in loro potere per evitareche entri in crisi anche il polo energetico di Fiumesanto, ultimo baluardoindustriale nel Nord Ovest Sardegna, con le immaginabili conseguenze economichee sociali che ne deriverebbero. Gli enti locali, dal canto loro, continuerannoa perseguire la strada dell'unità territoriale, coinvolgendo nell'analisi leorganizzazioni economiche e sindacali al fine di assumere una condivisaposizione a difesa del territorio.Com