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Via libera dal Senato alle liberalizzazioni

Giuseppe Mussari è perentorio: basta con le norme contro le banche. Rimetto il mandato nelle mani del comitato esecutivo. Ma il governo, che intanto incassa la fiducia in Senato (237 i si contro i 225 della precedente fiducia), e tutti i partiti che lo sostengono (ma anche la Lega) a stretto giro fanno sapere che la norma deve essere e sarà cambiata. Il governo però - per bocca del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà scarica la 'patata bollente' al Parlamento: non ci metteremo di traverso ma serve un'iniziativa parlamentare dei gruppi che ci sostengono.

E annuncia anche che un emendamento (appunto parlamentare) in tal senso sarebbe già pronto per essere inserito nel decreto Semplificazioni a Montecitorio. Ma Anna Finocchiaro ribatte "no, è il governo che deve intervenire", mentre Maurizio Gasparri si dissocia: "l'emendamento non e' il nostro ma del Pd". Del resto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, chiede a sua volta la modifica richiesta dal sistema bancaria: "nella discussione notturna di ieri la norma che è uscita non va bene e va corretta. Il Pd è disponibile a farlo subito ma è il governo che deve pronunciarsi".

Ma al di la del rimpallo governo-parlamento su come correggere la situazione anche gli industriali si dicono preoccupati perché - spiega Confindustria - "la nullità di tutte le commissioni bancarie inciderebbe sul livello dei tassi d'interesse, determinandone un aumento generalizzato". A far infuriare il rappresentante delle banche italiane e' una norma comparsa all'ultimo minuto (via emendamento del Pd) nel decreto liberalizzazioni. Si bloccano di fatto le commissioni bancarie inibendo le clausole che le ineriscono nei contratti.

La 'madre' della norma, la senatrice Anna Rita Fioroni, Pd di area popolare, la difende: "non sono affatto pentita" di averla presentata. Questo dopo che il relatore Filippo Bubbico (Pd) appena ieri sera si era affrettato a spiegare che era saltata una parte di quell'emendamento che limitava le norme solo alle banche non trasparenti e che comunque con il maxiemendamento sarebbe stato tutto corretto. Ma è giallo: nel 'maxi' non c'è nessuna modifica. Cosa che piace all'altra relatrice, Simona Vicari del Pdl che spiega: "il testo è rimasto immutato nonostante il pressing di queste ore, specie delle banche".

La norma contestata è "l'ennesima contro le banche" - spiega Mussari - la famosa "goccia che fa traboccare il vaso". Le due 'gocce' precedenti' non sono infatti di poco peso: la prima prevede che non ci siano commissioni sui pieni di benzina sotto i 100 euro; la seconda costringe gli istituti di credito, dopo le norme sulla tracciabilità, a far aprire e gestire conti correnti gratis ai pensionati con assegni fino a 1.500 euro. Ma Mussari non ci sta: "abbiamo sempre detto di essere disponibili a farlo per i pensionati al minimo ma fino a 1.500 euro vuol dire quasi tutti i pensionati".

Il problema evidente è sui ricavi in un momento oltretutto particolarmente delicato. Le banche italiane attingono infatti dalla Bce ma vengono continuamente accusate di aver dato una stretta al credito per imprese e famiglie. "Non siamo nemici delle famiglie e delle imprese - dice Mussari - anzi stiamo facendo un grande lavoro per il paese". E comunque "non possiamo accettare imposizioni di prezzi amministrati". Così si mette a rischio il sistema creditizio, dunque il credito e addirittura le presenza delle banche straniere in Italia. Poi una stoccata al governo, anche senza citarlo: "non sarà che non si vuole trovare una soluzione per non essere additati come vicini alle banche?".

Corrado Passera - che dal mondo bancario arriva, tanto da essere da sempre al centro degli strali che accusano il governo di essere bancocentrico - taglia corto e commenta: le dimissioni di Mussari "sono un sintomo del disagio" del sistema creditizio. L'attenzione si sposta dunque su Montecitorio dove, dalla prossima settimana arriverà il dl liberalizzazioni. Ma anche le modifiche 'saltate' a Palazzo Madama. Quella che riguarda le banche dovrebbe essere di questo tenore: sono 'salve' dalla norma sulle commissioni le banche che hanno aderito al 'protocollo' sulla trasparenza del Cicr.

Ma un altro nodo, assai complicato, resta da districare. La Tesoreria unica. La Lega lo rappresenta in aula al Senato inscenando una 'bagarre' con tanto di cartelli. Ma il problema è sentito. Non solo dal Carroccio. E la soluzione potrebbe essere un altro emendamento. Questa volta al decreto fiscale. Cioè si modificano due decreti per aggiustarne un altro.