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Otto marzo: in carcere Cagliari appello detenute per libertà Rossella Urru

“Rivolgiamo un pensiero a Rossella Urru, una persona privata della libertà per avere scelto di dedicare il suo impegno a quanti hanno bisogno di aiuto. Non c’è luogo più simbolico per chiedere la sua immediata liberazione e non c’è giornata più significativa per pensare a lei che purtroppo condivide attualmente con le detenute madri, mogli, sorelle, fidanzate una condizione di negazione della persona”. E’ il concetto espresso dalla Presidente del Consiglio regionale della Sardegna on. Claudia Lombardo e condiviso dalle donne detenute e dalle Agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di Buoncammino di Cagliari in apertura dell’incontro “Un sorriso oltre le sbarre” promosso dall’associazione “Socialismo Diritti Riforme” in collaborazione con la sezione cagliaritana della FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari). Presente il Direttore della struttura Gianfranco Pala, il responsabile dell’Ufficio detenuti del Provveditorato Regionale (PRAP) Giampaolo Cassitta, la vice comandante di Buocammino dott.ssa Barbara Caria, la dott.ssa Giuseppina Pani in rappresentanza degli Educatori dell’Istituto, l’incontro è stato dedicato alle problematiche umane e sociali delle donne detenute.

“La scelta di esprimere solidarietà e vicinanza alle donne detenute – hanno detto Maria Grazia Caligaris e Paola Melis presidenti rispettivamente di SdR e Fidapa – non è casuale. Nasce dalla volontà di offrire un conforto affettivo a chi in questa giornata è lontano dai propri familiari. Un segnale di attenzione e considerazione che intende attenuare il disagio e la disperazione tra queste mura”.

A delineare lo stato detentivo delle donne detenute è stato il Direttore Pala. “L’universo femminile nelle carceri italiane – ha ricordato – rappresenta complessivamente circa 2.000 persone su 67 mila detenuti presenti nelle strutture. Ciò significa che le donne sono complessivamente più oneste degli uomini. A Cagliari sono un numero adeguato agli spazi disponibili ben lontano dal sovraffollamento che caratterizza invece la struttura nel suo complesso. Lo scarso numero di detenute tuttavia costituisce un handicap. Non è infatti sempre possibile promuovere corsi di formazione e iniziative che possano offrire un futuro lavorativo dopo l’esperienza detentiva”. Dopo i saluti delle delegazioni, erano presenti tra gli altri l’assessore comunale dei Servizi Sociali Susanna Orrù, la consigliera provinciale Rita Corda in rappresentanza della Presidenza della Provincia di Cagliari e Virginia Marci per volontà dell’on. Amalia Schirru, sono state le donne detenute a prendere la parola. Eugenia ha parlato della necessità di tornare al più presto al suo paese d’origine la Bolivia dove ha lasciato i suoi bambini. Gabriella ha presentato il suo stato di intolleranza verso la condizione di perdita della libertà con un precario equilibrio emotivo e una marcata anoressia; Gianna ha sottolineato la condizione della donna sola in una struttura senza alternative e Maria Giulia con un brano sulle donne di Kabul ha richiamato l’attenzione sulla violenza.

Nel corso dell’incontro sono stati offerti alle detenute un kit con alcuni prodotti per l’igiene personale e una rosa rossa simbolo di passione che hanno condiviso con le Agenti della Polizia Penitenziaria in servizio.

A Buoncammino si trovano 23 donne. Cinque sono italiane e sedici extracomunitarie, una rumena e una polacca. Due imputate e una appellante. Una concluderà di pagare il suo debito con la giustizia tra qualche mese. La più giovane è polacca e ha 25 anni; la più anziana è francese e ne ha 57. Com