Salto indietro dell'Italia: quest'anno i consumi sonoquasi ai livelli di 14 anni fa, segnando un calo pari al 2,7%. Il 2012 sipresenta come l'annus horribilis per i consumi, uno dei momenti peggiori dellastoria economica. Questo l'allarme lanciato da Confcommercio, nel rapportosull'economia presentato al Forum di Cernobbio.
Nel 2013 ci sarà una flessione dello 0,8%. Una lieveripresa ci sarà solo nel 2014 con un +0,6%. La perdita in termini di consumireali pro capite è del 7,4%, pari a circa 1.023 euro a testa ai prezzi del2011. ''Nei 13 anni che vanno dal 2000 al 2012 abbiamo perso in termini di Pilreale pro capite, il 9% rispetto alla Germania, l'11% rispetto alla Francia, il22% e il 18% rispettivamente nei confronti della Spagna e del Regno Unito''.''I divari si allargano e il crescente e diffuso senso di insoddisfazione deicittadini italiani trova riscontro anche in termini di comparazioneinternazionale. In qualche misura, il pericolo di una progressivamarginalizzazione politica del paese è conseguenza della regressione assoluta ecomparativa che subiamo sotto il profilo economico'' commenta Confcommercio.
Nel 2012 agli italiani verranno chiesti ''sacrifici darecord'' con una pressione fiscale ai massimi storici. E' la stima diConfcommercio diffusa al Forum di Cernobbio. Il rapporto tra gettitocomplessivo di carattere tributario e contributivo e prodotto lordo (pressionefiscale apparente) supererà il 45% del Pil ma se si elimina dal Pil la quota disommerso, la pressione fiscale 'legale' raggiunge il 55%, portando l'Italia adessere maglia nera a livello mondiale.
''Nel 2012 si raggiungono tre record: il più rapidoincremento della pressione fiscale apparente nella storia repubblicana, ilmassimo storico assoluto in termini di pressione medesima e il massimo mondialein termini di pressione effettiva sui contribuenti in regola'' si legge nellostudio. ''La storia ci insegna che con poca crescita, scarsa sarà l'incisivitàdelle manovre riguardanti il debito'', sottolinea Confcommercio che aggiunge:''L'onere pro capite del nostro debito pubblico, in termini di effettivo potered'acquisto che ogni cittadino deve restituire al creditore, è crescente e da21.500 euro circa del 1990 è arrivato a oltre 31.000 del 2011 (+45,4%)''.