Il Segretario Nazionale Anaao Assomed dottor Costantino Troise e il Segretario Regionale Anaao Assomed Sardegna, Dottoressa Susanna Montaldo, in una nota affermano: “Una lettura della sanità italiana deve considerare tre dimensioni. I dati OCSE dimostrano non solo una spesa sanitaria al di sotto della media ma diversi indicatori (morti evitabili, tasso di ospedalizzazione per malattie croniche) decisamente al di sopra. L'indagine Eurispes 2011 evidenzia un giudizio negativo del 70% dei cittadini italiani nei riguardi del Servizio Sanitario e dei suoi attori, medici innanzitutto. Infine, la filiera della salute produce l'11% del PIL convivendo con un debito consolidato di circa 47 miliardi di euro”.
“In questo contesto – si legge ancora nella nota contraddittorio, aggravato dalla fase recessiva aperta da un definanziamento di 14 miliardi prodotto dalle recenti manovre economiche per i prossimi anni, crescono le diseguaglianze tra Regioni interessando non più solo i modelli organizzativi, ma la stessa efficacia e sicurezza delle cure, fino a declinare il diritto alla salute, che è diritto di cittadinanza, in base al CAP di residenza. Oggi le Regioni pretendono di governare la complessità di questo scenario con i poveri strumenti della cultura aziendalista, fatti di tagli di tutto ciò che costa, compresi i diritti, in un cupo orizzonte nel quale si smarriscono anche meriti e qualità e si riducono gli stessi Medici a mero fattore produttivo marginalizzandoli rispetto ai processi decisionali. Ma questo - prosegue il comunicato - non basterà ad evitare la tagliola dei piani di rientro, anticamera del commissariamento, proprio quando la panacea dei costi standard sembrava a portata di mano. Occorre invece acquisire consapevolezza che è arrivato al capolinea lo stesso modello aziendale e che anche una politica di contenimento dei costi non può fare a meno delle competenze di tipo professionale, di modifiche cioè di comportamenti clinici e modalità prescrittive senza le quali si potrà solo procedere in una coazione a ripetere tagli e ritagli. Senza un nuovo patto sociale con i cittadini ed i medici intorno a obiettivi condivisi, e non solo di tipo economico, si rischia di smarrire il senso di coesione sociale e lo stesso valore fondamentale assicurato da un servizio sanitario pubblico e nazionale. I medici sono parte della soluzione. Prima se ne prende atto, prima si esce dalla crisi, il cui primo sintomo si è avvertito nei Pronto Soccorso, un vero crocevia della maggior parte dei problemi della Sanità italiana”.
L'anaao Assomed che è il sindacato più forte tra i medici e i dirigenti sanitari dipendenti del SSN – conclude la nota - vuole essere in prima fila a difesa del Servizio Sanitario Nazionale, dei diritti dei cittadini e dei legittimi interessi delle categorie professionali che rappresenta. Com-bs