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Otto marzo per Rossella Urru; Iniziative in tutta Italia per la sua liberazione

L'iniziativa è partita dagli uffici del Municipio di Samugheo, dove alcune colleghe della mamma di Rossella, Marisa Frongia, dirigente dell'Ufficio tecnico, hanno pensato di dedicare alla giovane cooperante la festa della donna di domani. L'idea è piaciuta e ha trovato subito la collaborazione dell'amministrazione comunale, della parrocchia, del Comitato spontaneo per la liberazione di Rossella e di tutte le numerose associazioni di volontariato che operano nel paese. Fuori dalla Sardegna, iniziative per Rossella domani in molte regioni dove amministrazioni locali e associazioni si mobilitano per arrivare alla sospirata liberazione.

Il gendarme mauritano Ould al-Mukhtar - che sabato i media locali sostenevano esser stato liberato insieme alla cooperante italiana Rossella Urru - è ancora nelle mani dei sequestratori di Al Qaeda nel Maghreb Islamico. Lo riferisce il sito mauritano Sahara Media. Il militare avrebbe telefonato martedì alla madre Fatima, dicendole di essere ancora prigioniero. E' la seconda telefonata fatta dal gendarme ai familiari da quando è stato rapito, a dicembre.

Rossella Urru e il gendarme mauritano dunque non sono liberi. Lo affermano Sahara Media e Ani, le due testate mauritane che avevano annunciato sabato scorso la liberazione della cooperante italiana e del poliziotto.

Il 'Movimento Unicità e Jihad nell'Africa dell'Ovest', una costola di al Qaida per il Maghreb islamico, avrebbe poi diffuso un comunicato in cui esprimerebbe "rammarico" per la diffusione della notizia della sua avvenuta liberazione, e inviterebbe i mauritani a fare pressioni "sul regime del presidente Aziz" per salvare la vita del gendarme "prima che sia troppo tardi".

Il sito dell'Ani, invece, citando una fonte anonima nel nord del Mali, smentisce la liberazione del gendarme, "è falsa", afferma che i "negoziati per la liberazione di Moctar, Rossella Urru e dei due cooperanti spagnoli sono ancora in corso", e che vi partecipano "elementi collegati all'Aqmi e al Movimento Jihad".

Le due organizzazioni terroriste avrebbero "raggiunto un accordo per uno scambio tra i tre occidentali e il gendarme" con il prigioniero salafita Abderrahmane Ould Meddou (o Abderrahamane Ould Meydda al Azawadi, secondo altre fonti), arrestato per il suo coinvolgimento nel sequestro di altri occidentali, tra cui la coppia di italiani Sergio Cicala e Philomene Kabouree nel 2009.

La notizia di uno scambio con Meddou era stata smentita dagli stessi organi della stampa mauritana. D'altro canto, scrive ancora l'Ani, "fonti concordanti hanno detto che il governo italiano si è detto disponibile a pagare
un riscatto per la liberazione della Urru".