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Monti convoca le parti sociali per mercoledì

Il governo convoca le parti sociali a Palazzo Chigi per mercoledi' mattina sulla riforma del mercato del lavoro. I leader di sindacati e imprese puntano a tirare le somme - domani, a conclusione del tavolo tecnico che proseguira' anche in mattinata - sul documento, sul "contributo tecnico" - come preferiscono definirlo - da portare al confronto con l'esecutivo: si va dai contratti agli ammortizzatori sociali. Restano fuori i capitoli spinosi, a partire dall'articolo 18.

Oggi, intanto, si sono ritrovati tutti insieme alla colazione di lavoro a Villa Madama con il premier Mario Monti per la visita del presidente della Repubblica federale tedesca, Christian Wulff. Presenti i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, ed il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Soprattutto tra loro non sono mancati scambi di battute e li' si sono dati appuntamento per domani pomeriggio (nella sede della foresteria di Confindustria), decidendo di accelerare, in vista della vicina convocazione a Palazzo Chigi. Per il governo c'era anche il ministro del Lavoro, Elsa Fornero.

Un anticipo, almeno nelle presenze, del tavolo ufficiale di mercoledi', il terzo, nel confronto governo-parti sociali. Per loro la strada resta quella di cercare di definire un accordo - di cui il governo possa tenerne conto - ancor piu' alla luce delle parole del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha posto "il problema della necessita' di un accordo valido tra le parti sociali, in particolare i sindacati, e il governo".

Un obiettivo da perseguire - viene sottolineato - per evitare che il governo vada avanti da solo. La Cgil assicura che intende portare avanti il negoziato, quanto piu' avanti possibile. Sull'articolo 18 la confederazione guidata da Camusso ribadisce che le sue posizioni sono note e, dunque, resta la ferma opposizione ad interventi di modifica sull'articolo 18, tranne che sui tempi delle sentenze.

Intanto i metalmeccanici della Cgil mettono in campo l'intenzione di andare allo sciopero generale anche contro qualsiasi ipotesi di modifica all'articolo 18: uno sciopero della categoria da tenersi all'inizio di marzo (il 2 o il 9 le date possibili). Le tute blu della Fiom domani, al Comitato centrale convocato d'urgenza, si esprimeranno sulla proposta del leader Maurizio Landini: se sara' approvato lo sciopero, verra' annullata la manifestazione nazionale convocata per sabato 18 febbraio.

Sul fronte confederale, Bonanni ribadisce la volonta' di andare avanti con una proposta comune, auspica che "i rapporti tra i sindacati continuino ad essere buoni" ma avverte: "O abbiamo le stesse opinioni su ogni questione o altrimenti e' chiaro che si va in ordine sparso"; insomma non si potra' arrivare, dice a chiare lettere, a "proteste unitarie con posizioni differenziate". All'indomani delle indiscrezioni di stampa sul vertice segreto, poi ufficialmente smentito, con Monti, Camusso non torna sulla questione ma al tavolo dei sindacati con Rete Imprese Italia, questa mattina, ripone le priorita': l'estensione degli ammortizzatori sociali per un sistema universale e la lotta alla precarieta' con un intervento "drastico" di riduzione delle 46 forme contrattuali.

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