Una serie di controlli a tappeto sono stati avviati dai professionisti della Asl di Olbia all’inizio dell’anno quando i Veterinari hanno individuato una positività virologica alla “Peste suina” su alcuni cinghiali cacciati nelle campagne di Alà dei Sardi.
I veterinari sono intervenuti immediatamente effettuando i campionamenti su diversi animali, sparsi tra i diversi allevamenti del comune di Alà, e dei paesi limitrofi.
Le analisi effettuate all’Istituto Zooprofilatico di Sassari hanno avvalorato i sospetti dei veterinari Asl: immediata l’attivazione dell’Unità di crisi e l’avvio delle procedure previste in questi casi dalle normative europee, nazionali e regionali e dai manuali operativi necessarie per estinguere il focolaio e definire le zone e gli allevamenti da sottoporre a vincolo sanitario e ai conseguenti controlli.
Al momento sono stati individuati 8 focolai di peste suina nel comune di Alà dei Sardi, 1 nel comune di Padru e 1 in quello di Oschiri: così come prevedono i protocolli tutti i capi presenti all’interno degli allevamento sono stati abbattuti e, con l’intervento dell’Unità di crisi della Asl gallurese, è stata effettuata immediatamente la pulizia e disinfezione delle aree, mentre i capi, così come prevedono in questi casi i manuali, sono stati interrati.
Al momento nel comune di Alà dei Sardi sono stati abbattuti 62 capi, mentre 67 sono morti a causa della malattia; nel comune di Padru 44 animali sono morti, mentre 1 è stato abbattuto; nel comune di Oschiri sono stati abbattuti 35 capi, e 9 sono morti.
Il 14 febbraio 2012 l’Assessorato dell’Igiene e Sanità della Regione Sardegna, che sta seguendo da vicino la vicenda, ha stabilito con le determinazioni n. 171 e n.172, l’istituzione della “zona di protezione”, cioè quell’area all’interno di un raggio di 3 Km dal focolaio, che ricade nei comuni di Alà dei Sardi, Padru, Buddusò, Bitti e Oschiri.
L’area, a sua volta, è contenuta all’interno della “zona di sorveglianza” che arriva fino a 10 Km dal focolaio, che ricade nei comuni di Alà dei Sardi, Padru, Buddusò, Bitti, Oschiri, Olbia, Monti, San Teodoro, e anche nei comuni di Torpè, Lodè.
All’interno delle zone di vincolo è vietata la movimentazione degli animali e da parte del servizio veterinario sono in corso visite cliniche di tutti i capi ed eventuali campionamenti di sangue per escludere la diffusione della malattia.
Tutti gli allevatori interessati sono stati allertati immediatamente dai veterinari, presenti capillarmente sul territorio della Asl di Olbia, al fine di ridurre il rischio di diffusione della malattia.
“Non c’è alcun rischio per il consumatore in quanto si tratta di un virus non trasmissibile all’uomo”, spiega Domenico Bacciu, del Servizio Veterinario della Asl di Olbia. “La Asl di Olbia invita gli allevatori a collaborare, così come sta già accadendo, con i nostri veterinari; inoltre così come prevedono i protocolli in questi casi è necessario evitare l’introduzione non autorizzata di animali, comunicare la presenza di eventuali sintomi della malattia, e inoltre fondamentale evitare di recarsi in aziende dove siano state segnalate morti di suini».
Il blocco della movimentazione resterà in vigore sino all’estinzione del focolaio e sino alla conclusione delle visite cliniche e dei prelievi che dovranno dare esito negativo: solo allora infatti verranno revocate le zone di protezione e sorveglianza.