Alla ripresa dei lavori, in seduta notturna, la presidente del Consiglio on. Claudia Lombardo ha messo in discussione l’emendamento 150, che è stato respinto insieme al 151. L’emendamento 152 della Giunta è stato approvato mentre il 153, 154, 155, 156, 157, 158 e 159 sono stati respinti. Sull’emendamento 160 è intervenuto Sanna (Pd) che ha chiesto il sostegno all’Aula per venire incontro alle esigenze manifestate dalle rappresentanze delle imprese artigiame. Planetta (Psd’az) ha chiesto invece alla Giunta un sostegno speciale per l’artigianato artistico sardo. Campus (Pdl) ha risposto segnalando che il sostegno all’artigianato sardo le risorse finanziarie sono disponibili e ammontano a 3,5 milioni di euro.
Uras (Sel) e Diana (Pd) hanno segnalato con due distinti interventi che la maggioranza non è più in grado, da qualche ora, di rispettare gli impegni che ha assunto con le opposizioni per portare a conclusione la discussione della manovra di bilancio. Tra gli impegni assunti dal Consiglio regionale nel confronto col Governo c’è anche quello secondo cui la partita delle entrate non è in discussione. Invece, il decreto del presidente del Consiglio Monti, datato tre giorni fa, contraddice l’impegno preso e anche quello del presidente della Repubblica. Non ci siamo, non ci sono più le condizioni per un cammino costruttivo col governo.
L’emendamento 160 non è stato comunque approvato e l’Aula ha iniziato a discutere l’emendamento 161, sul quale Uras (Sel) è tornato a parlare del problema del debito dello Stato verso la Sardegna. Abbiamo votato tutti un ordine del giorno che impegnano la convocazione degli stati generali del popolo sardo. Lei, presidente Lombardo, ha rappresentato davanti al presidente della Repubblica ogni decisione adottata dal Consiglio regionale su questo confronto con lo Stato. E il risultato di questa vicenda è che la strategia finanziaria della Regione è stata decisa senza coinvolgimento delle parti sociali. Ed è per questo che noi facciamo battaglia politica.
Per Sanna (Pd) ci sono molti modi per mostrare che non siamo degni del ruolo assegnato ma quello di vedere esplicitata la vostra insipienza il giorno dopo la visita del presidente della Repubblica è una marcia indietro evidente. Come potete pensare di avere il nostro sostegno? Voi avete condiviso con lo Stato l’esigenza di riaprire le trattative con lo Stato, è scritto in questo decreto Monti. Portatevi a casa la finanziaria, noi non ci stiamo.
Cappelli (Api) ha detto, invece: Trovo scorretto che il presidente Cappellacci, che non viene mai in quest’Aula, chieda la sospensione e se ne vada e ci lascia qui a recuperare il tempo. Noi abbiamo una evidente carenza, conclamata, di rappresentanza e di capacità progettuale. Ecco perché il governo si sente autorizzato a liquidarci: stiamo continuando a dare ossigeno a discapito della dignità dei sardi. Mai è stato accettato un confronto su delle proposte per affrontare una situazione drammatica come questa. Non serve a niente quello che stiamo facendo, finché chi guida non ha la patente per guidare un mezzo così potente.
Ha preso poi la parola Espa (Pd) che ha detto: Chi ha deciso che dobbiamo riaprire le trattative con il governo? Non abbiamo forse detto che stiamo reclamando i nostri diritti? Vorrei che il presidente della Regione ci spiegasse tutto questo. Non c’è nulla da riaprire e questo problema riguarda tutto il Consiglio.
Sabatini (Pd) ha preso la parola sull’emendamento in discussione: “Ci lasciano perplessi le norme sull’artigianato, scopriamo che non abbiamo speso in questi anni 45 milioni di euro per gli artigiani. E a chi riaffidiamo queste risorse? A chi non le ha spese in tutto questo tempo.
Per Maninchedda (Psd’az) o decidiamo seriamente di reagire e di occuparci seriamente del rapporto con lo Stato o ci stiamo solo lamentando”. Anche l’on. Bruno (Pd) si è associato alla protesta: “Non è un quadro dignitoso dei rapporti con lo Stato, dobbiamo trovare nei prossimi giorni il contenuto di questo decreto che è stato il tema principe di questi tre anni. Occorre un sussulto di dignità per un Consiglio che vota all’unanimità mentre il presidente della Regione non ne tiene conto.
Per i Riformatori ha preso la parola Cossa, che ha annunciato il voto contrario agli emendamenti e ha concordato con Maninchedda: Non serve una discussione su questo tema a quest’ora, in queste condizioni.
Barracciu (Pd) ha detto: Mi devo essere persa qualcosa in questi giorni, ci eravamo trovati su una posizione unanime nonostante non tutti eravamo d’accordo sull’offrire al presidente Cappellacci una fiducia anche delle opposizioni. E il decreto di oggi dimostra proprio che il presidente Cappellacci non merita l’unità. La questione delle entrate va risolta pregiudizialmente rispetto a tutte le altre questioni della Sardegna, la settimana prossima dobbiamo parlare di questo e il presidente Cappellacci deve essere qui a renderci conto di cosa ha fatto.
Contu (Udc) ha fatto un richiamo al regolamento: Non mi piace discutere di questi temi a quest’ora, torniamo alla materia oggetto di questi lavori”. Per Ben Amara (Pdci) il voto all’emendamento è favorevole, non si può togliere tutto alla cultura e dare altre risorse ai progetti inutili del turismo.
Infine sull'emendamento 167 (Diana Giampaolo), soppressivo del comma 19 dell'articolo 4, è mancato il numero legale.
Il presidente Michele Cossa ha chiuso la seduta che era già l’una del mattino ed ha aggiornato i lavori a martedì prossimo alle ore 10.