Le Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera hanno dato parere favorevole alla norma che introduce il tetto per i manager della P.A. La norma, si sottolinea nel parere approvato a stragrande maggioranza si applica da subito alle amministrazioni dello Stato.
"Andremo fino in fondo su questa linea". Così il ministro della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, dopo il via libera delle Camere al tetto sugli stipendi della Pa, risponde a chi gli domanda se è intenzione del Governo proseguire nella sua azione sugli stipendi dei 'super-manager'.
Con il provvedimento che fissa un tetto massimo per il grand commis della PA si fa un'operazione di trasparenza totale. Il Governo può derogare spiegandolo e le deroghe sono limitatissime non riguardano gli uffici di diretta collaborazione. Lo spiegano l'ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta e il capogruppo democratico il Commissione Affari Costituzionali Gianclaudio Bressa.
La norma individua un tetto per la remunerazioni delle posizioni apicali che si assesta, grosso modo, spiegano ancora, intorno ai 300mila euro lordi l'anno. Viene demandato al Governo di individuare la soglia massima e viene demandata al Governo la possibilità di derogare per particolari funzioni rinviando alla norma contenuta nella finanziaria del 2007 del Governo Prodi. Nel caso in cui l'esecutivo scelga di derogare, è necessario ottenere di nuovo un parere delle Camere.