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‘Nessuna censura verso testate cattoliche’:Celentano tra applausi e contestazioni

Applausi e contestazioni per la seconda performance di Adriano Celentano all'Ariston. "Quando parlo di chiusura di Famiglia Cristiana e di Avvenire - ha detto il Molleggiato - dico 'andrebbero chiuse', non significa esercitare una forma di censura". A quel punto dall'Ariston si sono levati fischi e contestazioni. "Dovreste farmi finire di parlare, magari c'e' qualcosa di interessante anche per voi". E poi ha continuato fino a quando ha invitato il pubblico: "Adesso potete fischiare".

Dopo aver discettato sull'importanza di cercare il Paradiso, Celentano ha aggiunto: "Su questi temi dovrebbe basarsi un giornale che ha la presunzione di chiamarsi Famiglia cristiana o anche l'Avvenire. Ma loro parlando di politica, della politica del mondo anziche' di Dio, perche' Gesu' era un politico come Giuda, Gesu' apriva il suo cuore ai bisognosi mentre Giuda voleva sfruttare la potenza del figlio di Dio per fini consumistici e sete di potere, quasi come succede oggi. Percio' - ha insistito - quando dico che andrebbero chiusi definitivamente, ho detto andrebbero, non significa esercitare una forma di censura".

"Se i giornali fossero miei - ha detto ancora, mentre il pubblico dell'Ariston si divideva tra applausi e contestazioni - io non li chiuderei, ma cambierei la loro impostazione. Siamo in democrazia, ho espresso un mio desiderio: potete anche stare aperti, ma almeno cambiate la testata".

"La corporazione dei media si e' coalizzata in massa contro di me, neanche se avessi fatto attentato allo Stato": lo dice Adriano Celentano dal palco dell'Ariston, ringraziando "don Mario", il prete che lo ha difeso alla 'Vita in diretta', e criticando invece Marco Travaglio.

"Fra quei quattro o cinque che mi hanno difeso e che ringrazio - ha sottolineato l'ex Molleggiato - mi ha colpito voce di un prete, don Mario, che ho visto da Mara Venier: grazie, don Mario, tu hai capito cio' che i vescovi hanno fatto finta di non capire. Perfino Travaglio, ospite della Gruber, che sembrava avesse capito di cosa parlavo, non ha resistito e a un certo punto ha voluto affondare il coltello nella piaga, non la mia, la vostra, perche' alla fine e' solo la vostra che diventa sempre piu' profonda. Vi distolgono dal capire, e allora cosa fanno? Affinche' possiate non capire, dal contesto estrapolano una frase, cambiano anche il modo dei verbi.

Ma io - ha insistito - sono venuto qui a fare quattro chiacchiere con quei 16 milioni di persone che hanno visto festival di Morandi, per parlare del significato della vita, della morte, soprattutto di quello che viene dopo, della straripante fortuna che tutti abbiamo avuto per essere nati e dunque divertirci a fantasticare su dove e come sara' il paradiso". Un mondo dal quale "ci allontaniamo sempre di piu' e invece dovremmo cercarlo".

Alla fne del duetto con Adriano Celentano sulle note del brano 'Ti penso e cambia il mondo', nella serata conclusiva del festival di Sanremo, Gianni Morandi si e' commosso fino alle lacrime. "E' il festival di Morandi", ha detto Celentano, prima di un affettuoso abbraccio. E Morandi: "In questi dici minuti insieme a lui ho rivissuto le immagini della mia vita, da quando ero ragazzino e lo imitavo. Mi sono emozionato molto".

Adriano Celentano "ha fatto il suo lavoro in modo corretto e attento: c'e' soddisfazione per il suo discorso, vicino agli uomini, alle donne, alla realta'. E' stato bello ascoltarlo". E' la valutazione a caldo che arriva da ambienti della Rai sulla performance dell'ex Molleggiato all'Ariston.

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