Mario Medde (Cisl) ha dichiarato che si è di fronte ad una crisi delle istituzioni intese come soggetto di regolazione, crisi che si manifesta con la molteplicità delle proteste. Sulla Manovra, ha parlato positivamente del Fondo anti crisi con risorse da trasferire agli enti locali per aiutare “chi sta in trincea” a rispondere immediatamente alle esigenze dei lavoratori e dei disoccupati. Ha aggiunto di ritenere importante lo stabilire la perdita dei finanziamenti per le amministrazioni che non spendono tempestivamente. Per contrastare la disoccupazione “intellettuale” di coloro che hanno un titolo di studio elevato, Medde ha suggerito la rivisitazione del Master and back. Ha anche proposto il potenziamento del microcredito alle imprese e lo sblocco del Fondo di garanzia etica destinato alle famiglie in difficoltà. Per la Cisl, inoltre, vanno abbreviati i tempi di spesa delle somme destinate al rilancio delle aree industriali, ma a patto che si affronti la situazione avendo una visione d’insieme della situazione economica e sociale della Sardegna.
Secondo la Ticca (Uil) non si riesce a intravvedere un progetto strategico in grado di generare aspettative positive per il futuro anche perché non si riesce neanche ad agire nell’immediato a causa dei tempi burocratici e della incapacità: il riferimento è alle ventimila richieste di sussidio alle quali la Regione non dà risposta. A suo avviso occorre comunque salvaguardare l’industria pesante e l’agricoltura, i sistemi che hanno garantito negli anni la tenuta nei territori. Infine, ha chiesto la massima attenzione per i cantieri forestali: negli anni sono stati gli ammortizzatori sociali nei paesi più difficili della Sardegna dove adesso non ci si può permettere di aprire un nuovo fronte. Com