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Rivendica dei beni ex art. 14 dello Statuto – Presidente Cappellacci e Assessore Rassu: “Procedimento giudiziario anche contro la rete ferroviaria italiana”.

Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e l’assessore Rassu, in seguito al mancato adempimento da parte della società Rete ferroviaria Italiana al trasferimento a titolo gratuito alla Regione Autonoma della Sardegna di tutti gli immobili, già di proprietà statale, o di esercenti servizi di competenza statale, una volta cessata la propria finalizzazione a usi e servizi statali, hanno dichiarato: "Abbiamo avviato il procedimento giudiziario da parte della Regione contro Rete Ferroviaria Italiana, in seguito al mancato trasferimento in seno alla disponibilità del patrimonio della Regione dei beni e dei diritti non più funzionali alle esigenze del trasporto ferroviario, come prescritto dall’articolo 14 dello Statuto sardo e dalla Legge costituzionale n. 3, del 26 febbraio 1948".

"Lo Statuto deve essere rispettato - ha dichiarato Cappellacci - Non possiamo permettere che la nostra Isola sia privata di quello che a essa spetta per legge. Non possiamo più attendere oltre - ha aggiunto l’assessore Rassu - Ferroviaria italiana s.p.a ha disconosciuto ogni forma di applicazione alla propria organizzazione del dettato dello Statuto Sardo. Dobbiamo adire le vie legali, consapevoli che prima di tutto vengono gli interessi dei Sardi".

Il provvedimento varato dall’Esecutivo è un ulteriore passo nel cammino già intrapreso da tempo per la rivendicazione dei diritti della Regione Sardegna dopo che, nel corso degli anni, ‘Rete Ferroviaria Italiana’ ha proceduto, nell’ambito del territorio sardo, alla generalizzata dismissione del proprio patrimonio non più funzionale, alienandolo in completa disapplicazione del precetto costituzionale recato dallo Statuto Sardo. Proprio la mancata applicazione delle norme in materia ha creato nel tempo un danno patrimoniale, subito dall’erario regionale a seguito delle omesse devoluzioni immobiliari da parte dell’esercente del servizio ferroviario nell’ultimo decennio, di oltre 25milioni e 450 mila euro pari ai ricavi conseguenti, ai proventi delle vendite realizzate e in disapplicazione della norma statutaria, per una quantificazione provvisoria per capitale interessi e rivalutazione pari a quasi 32 milioni. Di questi, ricavati dal calcolo del valore rivalutato con interessi legali dell’elenco degli 86 immobili che dovrebbero tornare a disposizione della Regione, oltre quattro milioni e 100 risultano per i beni siti nella provincia di Cagliari, due milioni e 380 mila per quelli in provincia di Sassari, oltre 252 mila nella provincia di Oristano e 24 milioni e 660 mila in quella di Olbia-Tempio.

"Dobbiamo tutelare in ogni sede i diritti patrimoniali della Sardegna e soprattutto gli interessi dei cittadini – ha concluso Rassu - attraverso il recupero, la riqualificazione e l’uso di aree e beni di grande interesse urbano ed extraurbano, potranno ritornare in possesso di quei luoghi per troppo tempo a loro negati". Red.