Con l’approssimarsi delle festività natalizie i carabinieri della Compagnia hanno intensificato i servizi preventivi finalizzati a contrastare la recrudescenza della criminalità rurale, soprattutto a tutela degli allevatori e dei produttori di carciofi, categorie produttive particolarmente esposte in questo periodo dell’anno.
In questo contesto ieri mattina i carabinieri della Stazione di Olmedo hanno proceduto all’arresto di Ettore Vincenzo Casiddu, allevatore 38enne, originario di Alghero, con precedenti penali, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal GIP di Sassari per i reati di atti persecutori (stalking) e furto aggravato.
L’uomo è ritenuto responsabile di avere sottoposto il nucleo familiare di un allevatore confinante a continue minacce e vessazioni per motivi di pascolo, ingenerando nei vicini timore per l’incolumità personale e costringendoli a modificare le proprie abitudini di vita per paura di incontrarlo.
Inoltre l’allevatore avrebbe introdotto in più occasioni i propri animali nel fondo del vicino, per farli pascolare abusivamente e danneggiando le colture, ed in concorso con il proprio servo pastore di nazionalità romena (sottoposto all’obbligo di presentazione alla P.G.), avrebbe derubato alcune abitazioni del circondario di attrezzature agricole e materiale edile.
Il provvedimento cautelare scaturisce dall’operazione condotta alla fine del mese di novembre dai carabinieri di Olmedo, congiuntamente allo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna, in cui fu accertato che i contatori dell’ENEL presso l’abitazione e l’azienda agricola dell’allevatore arrestato erano stati manomessi e collegati abusivamente alla rete pubblica, con conseguente furto di energia elettrica.
Durante una perlustrazione in campagna, i carabinieri di Ittiri hanno recuperato in un fondo abbandonato due mezzi agricoli specializzati per il trasporto dei carciofi, che a seguito di accertamenti approfonditi sono risultati essere il provento di furto avvenuto pochi giorni prima nell’agro di Uri in danno di due coltivatori. La refurtiva, in perfetto stato di conservazione e del valore complessivo di circa 8.000 euro, è stata restituita ai legittimi proprietari e sono in corso le indagini per identificare i responsabili dell’azione criminosa.