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Monti vorrebbe ministri politici e punta al 2013

Mario Monti vuole una "rappresentanza politica ai massimi livelli" del governo. Il che significa anche a livello di ministri. Lo ha detto Roberto Antonione, del gruppo dei Liberali per l'Italia, al termine del colloquio con il presidente del Consiglio incaricato.

"E' stato un incontro molto cordiale - dice la senatrice Adriana Poli Bortone, presidente di Io Sud e fondatrice di Grande Sud, al termine dell'incontro con il presidente del Consiglio incaricato - Monti è apparso molto interessato rispetto alle nostre richieste, ma anche rammaricato dal fatto che i grossi partiti non vogliono politici nell'esecutivo, mentre il senatore a vita è convinto che un gabinetto tra tecnici e politici sarebbe stato più efficace".

"Monti ci ha detto che non avrebbe mai accettato nessun incarico a termine e che il suo governo guarda alla scadenza naturale della legislatura", dice il segretario dell'Adc Francesco Pionati, al termine dell'incontro con il premier incaricato Mario Monti.

Monti vuole arrivare al 2013 e, tenendo conto anche del pensiero di
Napolitano, non esclude riforme costituzionali da qui alla fine della legislatura. Monti ha preso nota, in particolare, di due riforme: la modifica del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei parlamentari, riforma quest'ultima che comporterebbe fra l'altro un taglio alla spesa pubblica.

Quello di Mario Monti "sarà un governo tecnico fatto di personalità di alto profilo". E' l'opinione di Anna Finocchiaro, la presidente dei senatori del Pd questa mattina ha incontrato il segretario, Pier Luigi Bersani, insieme al suo omologo della Camera Dario Franceschini per fare il punto in vista delle consultazioni di domani con il premier incaricato. Finocchiaro ha sottolineato che la nascita di un governo di larghe intese renderà necessario individuare "strumenti nuovi di raccordo tra le forze politiche. Quello in cui ci troviamo è uno scenario completamente inedito che però potrebbe portarci ad un bipolarismo davvero maturo".

Quanto al programma del governo Monti, la capogruppo dei Democratici al Senato sottolinea come la prima urgenza sarà "trovare i 20 miliardi per la delega fiscale cercando di evitare i tagli lineari" e dunque non esclude che sarà necessaria una nuova manovra. 

 

Si attende la reazione dei mercati

"Vincere la sfida del riscatto e dell'equità sociale. Tornare a essere elemento di forza e non di debolezza in Europa". Mario Monti ha assunto ieri sera l'incarico (con riserva) a formare il nuovo governo e si mette al lavoro "con senso di responsabilità e di servizio". Oggi inizieranno le consultazioni con i partiti, su squadra e programma: tra le misure che il professore vorrebbe portare subito all' approvazione del Cdm ci sarebbero una patrimoniale, la reintroduzione dell'Ici e l'anticipo rispetto al 2026 dell' aumento dell'età pensionabile a 67 anni.

Lo stesso Monti ha fatto capire che le sue consultazioni dureranno almeno 48 ore. Quasi tutti i partiti hanno infatti dato il loro sostanziale via libera (o almeno un nullo osta implicito) al tentativo di Monti; ma quasi tutti vogliono sapere da lui con quale programma e con quale squadra intende affrontare la nuova esperienza, prima di decidere se sostenere in tutto o in parte il suo progetto. Ecco quindi che la giornata di oggi e forse anche quella di domani vedrà l'ex commissario europeo impegnato a spiegare le sue concrete intenzioni alle varie forze parlamentari, per poi solo dopo sciogliere la riserva.

 "E' giunto il momento della prova. Non è tempo di sterili recriminazioni". Così Giorgio Napolitano ha spiegato perché ha affidato a Mario Monti l'incarico di formare il nuovo governo. Entro aprile dobbiamo ricollocare sul mercato buoni del tesoro per quasi 200 miliardi di euro. Di fronte a tutto ciò bisogna "evitare un precipitoso ricorso a elezioni anticipate. Non si tratta di operare nessun ribaltamento del risultato delle
elezioni del 2008", ha aggiunto, "ma soltanto di dar vita a un governo che possa unire forze politiche diverse in uno sforzo straordinario richiesto dall'attuale emergenza finanziaria ed economica". Subito dopo la parola tornerà agli elettori.

Test decisivo oggi per l'Italia dopo l'incarico affidato a Mario Monti per formare un nuovo governo. Il banco di prova sulla credibilità dell'Italia sarà l'emissione di Buoni del Tesoro: in asta Btp quinquennali per un importo compreso fra 1,5 e 3 miliardi. Si attende inoltre la reazione dei mercati con l'apertura fra qualche ora di Piazza Affari, mentre la Borsa di Tokyo ha dato già un chiaro segnale aprendo in rialzo a +1,37%
mentre l'euro risale a 1,3785 dollari.

Monti scende in campo. Ora programma di 'Crescita-Equità

"Vincere la sfida del riscatto e dell'equità. Tornare a essere elemento di forza e non di debolezza in Europa". Mario Monti ha assunto da pochi minuti l'incarico a formare il nuovo governo, quando rompe il silenzio e indica l'ambizioso obiettivo che pone innanzi alla sua azione da presidente del Consiglio. Il professore invoca uno "sforzo comune" e si mette al lavoro "con senso di responsabilità e di servizio". Domani, dopo gli incontri di questa sera con i presidenti delle Camere, Fini e Schifani, inizieranno le consultazioni con i partiti, su squadra e programma. L'ultimo da scoglio da superare prima di approdare a palazzo Chigi.

Consapevole che "il nostro Paese" e' "in un momento di particolare difficolta"', Monti si prefigge il traguardo di un'Italia di nuovo "protagonista" nell'Ue. E sul piano del programma tratteggia "sforzi per risanare la situazione finanziaria e riprendere il pallino della crescita in un quadro di accresciuta attenzione all'equità sociale". "Lo dobbiamo - sottolinea il presidente incaricato - ai nostri figli. Dobbiamo dare loro un futuro concreto di dignità e speranza".

Tra le misure che il professore vorrebbe portare subito all'approvazione del Cdm ci sarebbero una patrimoniale, la reintroduzione dell'Ici e l'anticipo rispetto al 2026 dell'aumento dell'età pensionabile a 67 anni. E qui iniziano i problemi: Monti dovrà farle 'digerire' ai diversi partiti.

"Mi accingo a questo compito - è la rassicurazione che il senatore invia dal Quirinale - con profondo rispetto nei confronti del Parlamento e delle forze politiche. Opererò per valorizzarne l'impegno comune per uscire presto da una situazione che presenta aspetti di emergenza ma che l'Italia può superare con uno sforzo comune".

Quanto alla sua squadra, il senatore precisa che non ha avuto tanto tempo di leggere i giornali in questi giorni, ma bolla le "voci circolate su nomi e tempi del governo" come "di pura fantasia". L'intento è svolgere le consultazioni "con senso dell'urgenza ma con scrupolo". Non e' detto, insomma, che la riserva sia sciolta, come si era ipotizzato, già domani sera.

Nel Consiglio dei ministri (con tavolo 'corto', di 12 poltrone) dovrebbero alla fine sedere tutti tecnici. Si trovano infatti d'accordo su questo punto Pdl e Pd. Mentre appare ancora aperta la 'partita' dei sottosegretari. Perché mentre il Pdl sembra deciso ad acconsentire al più a 'tecnici di area', il Terzo polo, persuaso che un esecutivo senza politici nascerebbe più debole, avrebbe espresso al capo dello Stato la convinzione che nella squadra dovrebbero esserci politici di una certa caratura, in grado di 'portare a casa' in Parlamento le leggi del nuovo governo (ad esempio, dunque, i capigruppo).

Intanto, nonostante anche il Quirinale smentisca le voci, circolano i nomi di 'papabili' ministri. A partire da quello dell'Economia, che potrebbe essere lo stesso Monti, con un interim, o Guido Tabellini. Allo Sviluppo Economico, in pole position è un altro bocconiano, Carlo Secchi, ma si parla ancora di Saccomanni, Tarantola e Bini Smaghi. Agli Esteri potrebbe andare Giuliano Amato (solo in alternativa, Giampiero Massolo). All'Interno si citano due prefetti: Anna Maria Cancellieri o Carlo Mosca.

Al Welfare potrebbe arrivare Carlo Dell'Aringa (perdono quota Pietro Ichino e per la Salute Umberto Veronesi). All'Istruzione Lorenzo Ornaghi (o anche Andrea Riccardi). Alla Giustizia, Cesare Mirabelli (ma pure Ugo De Siervo o Piero Alberto Capotosti). Per la Difesa si parla del generale Rolando Mosca Moschini (o Vincenzo Camporini). All'Agricoltura potrebbero approdare Federico Vecchioni o Mario Catania. Alle Infrastrutture Rocco Sabelli o Antonio Catricalà. Alla Cultura Salvatore Settis. Incognite ancora sulla poltrona dell'Ambiente, mentre per la Pubblica amministrazione avrebbe chance la professoressa Luisa Torchia.