La sentenza del giudice di Torino riconosce la legittimità degli accordi per il contratto di Pomigliano, ma nel contempo decreta il comportamento antisindacale della Fiat alla quale chiede una piena rappresentantivita' della Fiom nella newco.
Infatti, nel dispositivo il giudice ha respinto le domande formulate da Fiom Cgil dirette ad ottenere la declatoria di illegittimita' dei contratti collettivi relativi al sito produttivo di Pomigliano d'Arco. In particolare, il contratto collettivo di lavoro di primo livello stipulato il 29 dicembre scorso da Fiat Spa con le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Associazione quadri e capi Fiat e il contratto collettivo aziendale di secondo livello stipulato il 17 febbraio da Fabbrica Italia Pomigliano Spa con le organizzazioni sindacali territoriali di Napoli di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione quadri e capi Fiat.
Ma ha anche dichiarato il "comportamento antisindacale" della Fiat perché ha determinato, "quale effetto conseguente, l'estromissione di Fiom-Cgil" dal sito di Pomigliano d'Arco.
E' così la stessa decisione del magistrato a tracciare il confine sul quale si snodano i commenti, con le tute blu della Cgil che rivendicano il successo di un riconoscimento sulla rappresentanza mentre la gli altri sindacati evidenziano il riconoscimento degli accordi stipulati per dar via alla nuova stagione produttiva della fabbrica. La Fiat, inoltre, spiega che valutera' l'impatto della sentenza sul piano di investimenti.
"La Fiat è stata condannata per comportamento antisindacale e questo è un fatto significativo", dice il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. E più chiaro è l'avvocato del sindacato. "La causa l'abbiamo vinta noi - spiega - perché la Fiom rientra in Fabbrica Italiana Pomigliano a vele spiegate mentre altre organizzazioni sindacali si erano impegnate a non scioperare. Noi invece abbiamo dimostrato che lo possiamo fare". Per questo la Fiom non fara' ricorso, ma proseguira' la strada con ricorsi individuali.
Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni invece rivendica "una vittoria sul piano sindacale di chi ha ritenuto importante l'investimento ed ha puntato sull'accordo con la Fiat". "Ora - aggiunge - la Fiom, al contrario di ieri, non ha alcun alibi, visto che ha l'opportunita' di rientrare nel gioco democratico ma dovra' rispettare gioco forza la volonta' dei lavoratori e degli altri sindacati, assumendosi le proprie responsabilita' sugli accordi che a maggioranza si faranno come pattuito dall'accordo interconfederale sottoscritto alcune settimane fa". "La battaglia dei metalmeccanici della Cgil - gli fa eco il segretario delle tute blu della Uil, Rocco Palombella - è ormai sconfitta ad ogni livello: è bene che la dirigenza di questo sindacato ne tragga le dovute conseguenze".
Ad invitare la Fiom ad una riflessione è anche il ministro del lavoro Maurizio Sacconi. "La sentenza - commenta - conferma la legittimita' dell'accordo di Pomigliano e questa è la cosa più importante. A questo punto - aggiunge - la Fiom dovrebbe riflettere sulla strategia dell'auto-isolamento e prendere la via della collaborazione con le altre organizzazioni sindacali e con la stessa Fiat nel nome degli investimenti e dell'occupazione".
Gli avvocati della Fiat, invece, sono "soddisfatti a meta". Rivendicano la legittimità dell'accordo ma ricorreranno contro la condanna per attivita' sindacale. Poi - spiega il portavoce - "riteniamo necessario procedere a un accurato esame del provvedimento per valutare l'impatto della decisione del giudice sulla praticabilita' del piano di investimento annunciato". E' proprio quello degli investimenti, del resto, il vero snodo sul quale ci si confrontera' in futuro.