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Siria: rappresaglia della Turchia, colpiti obiettivi

E' di nuovo alta tensione fra Turchia e Siria dopo che un proiettile di mortaio sparato dal territorio siriano questo pomeriggio e' caduto sulla cittadina turca di Akcakale, facendo cinque morti - una donna e i suoi 4 figli - e nove feriti. La Turchia in risposta ha colpito obiettivi siriani al confine tra i due Paesi. Lo ha riferito in serata la tv locale dando lettura di un comunicato dell'ufficio del premier. A Bruxelles, si è riunito il Consiglio Atlantico della Nato, su richiesta della Turchia, per discutere, sulla base dell'articolo 4 del Trattato dell'Alleanza, degli incidenti di oggi: gli attacchi della Siria alla Turchia "sono una flagrante violazione della legge internazionale" e la Nato ne chiede l'immediata cessazione.

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon invita il governo siriano a "rispettare pienamente l'integrita' territoriale dei Paesi vicini", e a "porre fine alla violenza contro la popolazione". Ban in una nota ribadisce inoltre come la militarizzazione del conflitto in Siria stia portando a "risultati tragici" per i civili nel Paese, ma anche producendo pericoli crescenti per i Paesi confinanti.

Il premier islamico nazionalista turco Recep Tayyip Erdogan valuta la risposta da dare all'incidente, il piu' grave fra i due paesi da quando a fine giugno un caccia turco e' stato abbattuto al largo delle coste siriane, portando i due paesi molto vicini a uno scontro armato.

Il vicepremier turco Besir Atalay oggi ha parlato di un "incidente molto grave, che ha passato il segno". Ma c'e' incertezza sulla reazione di Ankara. Erdogan, deciso sostenitore dei ribelli sunniti anti-Assad in Siria, si e' rinchiuso con i collaboratori per valutare la situazione. In serata e' stato raggiunto dal ministro degli esteri Ahmet Davutoglu e dal capo di stato maggiore Necdet Ozel. Davutoglu ha parlato con il segretario Onu Ban Ki-Moon, che gli ha raccomandato di cercare di fare calare la tensione, con il mediatore sulla Siria Lakhdar Brahimi e con il segretario Nato Anders Fogh Rasmussen.

Dopo l'incidente del caccia in giugno Ankara aveva chiesto una riunione urgente della Nato, senza pero' invocare l'articolo 5 del patto atlantico, quello del 'tutti per uno'.

Il margine di manovra del premier turco è limitato.

La reazione militare, secondo diversi analisti, potrebbe condurre ad una internazionalizzazione della crisi siriana, con conseguenze potenzialmente esplosive per tutto il Medio Oriente. Damasco inoltre possiede un temibile arsenale chimico.

Non è chiaro inoltre al momento chi sia responsabile della strage di oggi. In teoria solo i militari siriani dispongono di artiglieria ma molte armi destinate ai ribelli sono entrate in Siria nelle ultime settimane e una provocazione volta a innescare una risposta militare turca a vantaggio dei ribelli potrebbe non essere esclusa.

Gia' la settimana scorsa un proiettile di mortaio sparato dal territorio siriano - dove da 15 giorni ci sono scontri sporadici fra ribelli sunniti e soldati - aveva colpito Akcakale danneggiando due case e ferendo leggermente tre persone. La Turchia aveva protestato con Damasco e minacciato ritorsioni in caso di nuovo incidente. Ma finora le dichiarazioni muscolari di Ankara non sono mai state seguite da azioni belliche.

Erdogan sa anche che stando ai sondaggi una maggioranza della popolazione non vuole un conflitto con la Siria, disapprova la sua politica aggressiva con Damasco e di appoggio ai ribelli sunniti, e non e' contenta di dovere ospitare decine di migliaia di profughi. Il premier di Ankara e' inoltre alle prese in questo momento con il conflitto del Kurdistan turco con il Pkk, che ha fatto 550 morti da febbraio. D'altra parte pero' per le ambizioni neo-ottomane di potenza regionale della Turchia e' difficile continuare a minacciare senza fare concretamente qualcosa.

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