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Grillo a Bersani: sei quasi morto. E il leader Pd: ora dica qualcosa per il Paese

Grillo dopo la vittoria di un esponente del movimento da lui creato, (che ora vedremo al lavoro e si noterà in modo tangibile cosa saprà fare per la città di Parma), in questi giorni ha perso la testa. E, pare, che cominci a sentirsi onnipotente (come si era sentito il suo omologo berlusca che si era insinuato nell’assenza della politica dopo il 1992 come l’uomo che odia la politica politicante, come ha affermato varie volte, ma poi, purtroppo per gli italiani, ha mandato la nazione a gambe all’aria, incarnando negli quasi quattro lustri di egemonia politica, il peggiore politico politicante), e, quindi, il Grillo che da ‘grilloparlante’ e diventato ‘grillosparlamente’, crede essere diventato l’uomo dei sogni che tutti i mali, con le sue scontatissime proposte ricevendo una sonora presa in giro dal popolo del centro destra che non ha per il momento nuovi referenti essendosi liquefatto il Pdl e con lui anche la Lega, dandogli il voto, momentaneamente, appunto. Quindi non creda che possa gridare ancora per molto. Certo, alcune sue istanze sono condivisibili, ma che certo non le conosce solo lui. Ma sono nella mente di tutti. Quindi il ‘grillosparlante’ non ha detto e non dice nulla di veramente nuovo. Ma ha solo saputo cavalcare il malcontento che è in questo momento difficile negli italiani.

Ora l’unica cosa che si spera di non sentire mai da Beppe Grillo, dire che egli non è un politico (anche se senza ombra di dubbio lo è di fatto, perché tutti i giorni fa politica e manda messaggi, con i quali pare minacciare e ricattare gli altri per accordarsi con lui come faceva il vecchio Ps craxiano verso la Dc perché sapeva che senza i voti del suo partito la Democrazia Cristiana non avrebbe mai fatto nessun governo). Quindi ora pare arrivato il momento per lui di chiedere troppo, forte della sua nuova e chiara arroganza di un politico vero, ed alla fine finirà, dopo l’assaggio del potere romano, come tutti gli altri. E non dopo 20 anni, come il deleterio berlusconismo, ma molto prima. Quindi, ha ragione, Bersani: il Grillo stia calmo e faccia proposte vere, avanzi soluzioni all’attuale congiuntura europea e mondiale. Se per lui rimane l’unica soluzione uscire dall’Euro, allora il genovese arruffa popolo, ha sbagliato tutto e di politica non ha capito nulla. E forse è convinto, come lo era Berlusconi a suo tempo, che gli italiani siano tutti degli stupidi sprovveduti. E forse farebbe bene a smettere di attaccare l’unico partito che veramente può fare qualcosa per il suo movimento, come farlo diventare democratico (come si sa il M5S ha un unico capo che è lui, quindi non è un movimento democratico ma monocratico) e lasci perdere le fesserie perché l’attuale segretario del Pd, è forse l’unica persona che al momento nel panorama politico incarna pulizia, onestà e preparata professionalità nonché ampia cultura politica che certamente a Grillo manca. Quindi le scritte di ieri con le quali affermava nel suo blog che "Bersani è quasi morto, vada a lavorare". A meno di 24 ore dai ballottaggi e dopo aver incassato la vittoria di Parma, il Grillo ha attaccato con toni durissimi il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Che ribatte, infatti, a stretto giro invitando il leader del Movimento 5 Stelle a "stare sereno" e a fare proposte concrete per il Paese.

"A Grillo dico stai sereno, sei un capo partito anche tu - dice Bersani - e non basterà bestemmiare gli altri. Di' qualcosa che sia preciso per il tuo Paese". Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, replica a Beppe Grillo che ieri dal suo blog lo aveva definito un "non morto", un "pollo che si crede aquila".

Il comico-blogger e ora leader politico se la prende con i democratici. Grillo rimprovera al Pd di aver "creato la disoccupazione" con "vent'anni di inciuci con il Pdl" o con "investimenti nei catorci della Fiat e nella cementificazione del Paese invece che innovazione".

Non solo, chi, chiede retoricamente Grillo, ha "svenduto a debito la Telecom se non D'Alema? Chi ha benedetto la legge sul precariato ieri e la 'ristrutturazione' dell'articolo 18 oggi? Chi ha permesso alle nostre aziende di spostare la produzione all'estero consentendo di mantenere sui loro prodotti il marchio 'Made in Italy'? Chi ha costretto una generazione di giovani a emigrare (secondi in Europa dopo la Romania)? Prima di parlare di lavoro, Bersani dovrebbe lavorare, ci provi, in futuro ne avrà bisogno".